giovedì 31 dicembre 2009
Pensieri sparsi
Mi sto isolando, sto facendo di tutto per creare il deserto intorno a me e non so nemmeno io per quale strana ragione, però tutto questo mi pesa, mi sento una fallita, vuota, arida. Riufiuto tutto e tutti. Forse voglio rinascere? Ma cazzo quanto è difficile e quanto fa male
Perchè tutti hanno qualcuno e io no? Perchè tutti hanno sempre delle persone speciali su cui fare affidamento e io non ho mai avuto la fortuna di incontrarle? Perchè a chi troppa merda e a chi troppa felicità? Perchè in vent'anni non sono mai riuscita ad avere sul serio una migliore amica, dormire a casa sua dicendo cazzate fino a notte fonda mentre parliamo di ragazzi e facciamo tutto come se fossimo sorelle gemelle? Insomma, robe normali
Perchè vedo coppiette felici dappertutto e ogni volta che mi giro al mio fianco c'è il vuoto?
Tutto questo mi fa solo venire una gran voglia di vomitare
Lo so, è un post emo del cazzo, ma non potevo farne a meno, mi dispiace per voi lettori.
P.s. se avete risposte o proposte, beh, grazie tante.
domenica 27 dicembre 2009
The Cure
I never tried to stop you
Know theres a reason
For all of this you're feeling
Love it's not my call
You could'nt ever love me more
You could'nt love me more
You could'nt love
Me I dont show much
It's not that hard to hide you
See in a moment
I can't remember how to
Be all you wanted
I could'nt ever love you more
I could'nt love you more
I could'nt love
You want me to cry and play my part
I want you to sigh and fall apart
We want this like everyone else
Stay if you want to
I always wait to hear you
Say there's a last kiss
For all the times you run this
Way it's not my fault
You could'nt ever love me more
You could'nt love me more
You could'nt love
Love me more
Could'nt ever love me more
I could'nt love you more
I could'nt love
You want me to lie not break your heart
I want you to fly not stop and start
We want us like everything else
Maybe we didnt understand
Not just a boy and a girl
It's just the end of the
End of the world
Me I dont say much
It's far too hard to make you
See in a moment
I still forget just how to
Be all you wanted
I could'nt ever love you more
I could'nt love you more
giovedì 24 dicembre 2009
Poco originale letterina di Natale
mi sono ridotta a scriverti nell'ultimo giorno utile, lo so. Non me ne volere. In realtà io non avevo intenzione di scriverti questa letterina perchè lo stanno facendo tutti sui vari blog e come al solito volevo fare la diversa e scriverti qualcosa di più originale. Poi però non ho resistito, un po' perchè non ho avuto il tempo di pensare a qualcosa di alternativo da scriverti, un po' per mie esigenze. E' da un po' che non ci si sente eh, vecchio mio? Direi da quando avevo circa 7o 8 anni. Mi ricordo la prima volta che capii che in realtà tu non esistevi: me lo dissero le mie amiche di scuola, potevo fare la terza o la quarta elementare. Loro facevano tanto le fighe perchè ormai già sapevano tutto e mi trattavano da povera sfigata perchè io mi ostinavo a dire che tu c'eri davvero, propinando loro le più svariate (e in effetti inconsistenti) prove della tua esistenza. Qualche giorno dopo, timidamente, durante un pranzo domenicale, chiesi esplicitamente a mia zia se tu fossi vero o fossi solo frutto di una una finzione (mia madre avrebbe negato spudoratamente la tua inesistenza anche se l'avessi colta in flagrante a mettere i pacchi sotto l'albero: si sarebbe inventata che l'avevi delegata perchè quel Natale ti eri beccato la polmonite, tanto per dirne una). Lei mi rispose parlandomi all'orecchio e sussurrandomi queste parole "Babbo Natale esiste solo per quelli che vogliono crederci". Sono sempre stata grata a mia zia per quelle parole. La medicina mi sembrò meno amara da buttare giù; ebbi la conferma di ciò che sospettavo e quel giorno diventai un po' più grande. A dirti la verità, però, da inguaribile sognatrice quale sono, non mi sono mai sentita troppo sfigata a pensare che fossi tu, volando con la slitta trainata dalle tue renne, a portare i regali nelle case di noi bimbetti. Già da allora mi sembrava troppo crudele che un bambino a sei anni potesse essere così disilluso, così realista. In cuor mio, i miei compagni così fighi, sicuri di sè, così troppo prematuramente adulti mi facevano un po' pena e tutt'oggi, guardando indietro con gli occhi di una ventenne, ritengo quelle mamme così poco fantasiose delle vere e proprie arpie: assassine della fantasia che ogni bambino ha il diritto di mantenere vivida fin che la vita glielo consente (chè di realtà potrà riempirsi le tasche fin che vorrà in futuro), assassine dell'inocenza infantile oltre che totalmente prive di buon senso e di qualsiasi forma di sensibilità. Checchè possa dire su mia madre, uno dei pochi pregi che debbo riconoscerle è stato proprio quello di avermi permesso di coltivare la mia fantasia e di sognare finchè mi fosse stato possibile. Di questo devo solo ringraziarla e non posso che esserne felice. Si. Sono felice di aver passato la mia infanzia a credere ai folletti che costruivano giocattoli apposta per me (anche se quei giocattoli di artigianale avevano ben poco). Sono felice di aver passato così tante notti tra il giorno della Vigilia e quello di Natale a trepidare ansiosa nel mio letto, con la paura che tu potessi scoprirmi ancora sveglia e scappare via. Sono felice di pensare di aver creduto che potesse esistere qualcuno, in questo mondo, capace di esaudire qualsiasi mio desiderio, in grado di leggermi nel pensiero sapendo esattamente cosa volessi. Sono felice perchè tutto questo mi ha permesso di diventare quella che sono oggi. Potrebbe sembrarti esagerata tutta questa melensa sviolinata, lo so, d'altronde tu nemmeno esisti, ma è così. Non ti chiederò niente per questo Natale, chissà quante richieste avrai già e non mi va di appesantirti il lavoro. Anche perchè penso che l'unica cosa che vorrei veramente non potresti nemmeno donarmela, haimè. Ti ho scritto semplicemente per parlarti un po' dato che nessuno lo fa mai e che, quando lo fanno, succede solo in un periodo dell'anno e tutti per ricevere, nessuno per donarti qualcosa. Io volevo donarti un ringraziamento in allegato, come mio personale dono di Natale a te. Teoricamente non avrebbe senso scriverti questa lettera, però io lo faccio lo stesso perchè, vedi, per riprendere quello che mi disse mia zia anni fa, in realtà, nonostante conosca la verità, io a te voglio continuare a crederci, perciò in un certo senso tu per me continui ad esistere lo stesso. Poco mi importa se ho vent'anni e non dovrei. Non posso farci niente, sono la solita con la testa fra le nuvole e tale rimarrò a vita. Che poi, chi lo dice che a vent'anni sia vietato credere a Babbo Natale?
P.s. Se poi riesci (anche se ne dubito, ma non è per te, piuttosto per l'entità della richiesta) per favore, potresti regalarmi l'Amore Vero? Lo so, lo so, è rarissimo e ti sto facendo una richiesta alle 19.48 del 24 Dicembre. Beh, in caso non ce la facessi, mi accontento anche solo che tu mi privi del dolore che mi causa pensare e vedere (come mi è successo oggi) lui. Sai, con mia somma sorpresa ho scoperto che mi fa ancora un po' male. Grazie in ogni caso, anche se non dovessi riuscire a soddisfare nessuna delle mie richeste.
Un bacio,
tua Anastasia.
mercoledì 23 dicembre 2009
Apologia della vita universitaria
1) Per noi universitari "Vacanze di Natale" = "StudioMatto&DisperatoPerGliAppelliDiGennaio/Febbraio"; ergo mi toccherà sprofondare con il naso nei libri (feste comandate a parte) e scontare tutta l'accidia accumulata in questi mesi. Ho già prenotato il biglietto di sola andata per "Esaurimento Nervosolandia" e mi toccherà permanerci per almeno un mese, un mese e mezzo. Il tempo di uccidermi per un altro paio di esami e mezzo (considerando il secondo esonero di Psicologia Dinamica) perchè non credo che sarò in grado di prepararmi anche per Psicologia Clinica, sono 4 mattoni da studiare, un migliaio di pagine in tutto (bazzecole insomma) e vorrei preferibilmente avere un voto alto. A Clinica ci tengo, mi piacerebbe prepararci anche la tesi. L'unica cosa positiva di questo prossimo tete a tete coi libri è che continuerò a dimagrire e ciò non mi dispiace affatto. Solo che, beh, preferirei farlo con qualcos'altro il tete a tete (o meglio, qualcun'altro).
2) Mi mancheranno risate e cazzate con le mie colleghe-amiche. Almeno loro mi tenevano compagnia e mi facevano sorridere. Simona e Marika con la loro estroversione che rasenta la pazzia e che sfora sistematicamente in figure di merda (per tutte noi), Chiara con la sua riservatezza, Francesca con la sua semplicità, Annarita con la sua stramaledetta secchionaggine (peggio di me) che mi fa venire i sensi di colpa, Catia con la sua dolcezza, Dolly che è perennemente stralunata, Anna che è anche lei sempre tra le nuvole e a volte dolcemente nevrotica, la persona più comprensiva che abbia mai conosciuto, Grazia che può essere tutto sommato considerata la migliore amica che abbia mai avuto (ci conosciamo dai tempi del liceo) con la sua schiettezza disarmante, la sua forza e la sua aggressività che altro non sono che la maschera per coprire la sua essenziale sensibilità e fragilità. Poi c'è Martin (vero nome: Martino, da me ribattezzato "Martigno"). Martin è un personaggio a parte. Immaginate: unico ragazzo in mezzo ad una tribù di sole donne, tutte che lo pigliano inesorabilmente per il culo da mattina a sera. E' un ingenuo pazzoide con incontinenza verbale (leggi "sparacazzate"), l'aria innocente, i riflessi mentali di un bradipo e l'indole da comico inconsapevole. Ci distrae dall'attività della scrittura frenetica degli appunti cantando canzoni di Venditti in sottofondo quando entra in aula il Prof di Psicometria (che è di Roma, chiaramente) e ridicolizzando le lezioni di Psicologia dell'Apprendimento quando si parla di bambini ("Anastasia, da domani veniamo a lezione con Cicciobello, ok?" "D'accordo Martigno, però per te porto Baby Bua"). Insomma, il nostro divertimento, il nostro martire di gruppo a cui, in fondo, vogliamo un mondo di bene. Se la fa con una tizia odiosa, acidula, sciapita, stupida, che parla troppo e a sproposito e che ci odia tutte perchè quando il nostro martire nazionale sta con lei non facciamo altro che guardarli e ridacchiare maliziose oppure (nel peggiore dei casi) gli facciamo telefonate anonime fingendoci amanti o esortandolo a concluderci qualcosa insieme. Si, siamo delle gran stronze, però ci piace esserlo, che possiamo farci?
3) Beh, questo motivo è ancora marginale per ora ma è, appunto, uno sprone in più per non farmi trattenere dalle grinfie benevole del mio letto ogni mattina. Dunque, c'è un ragazzo del primo anno decisamente interessante. Oddio, che sia oggettivamente interessante è opinabile (ma cosa non lo sarebbe? W il relativismo!) perchè è, ehm, particolare ma di una particolarità che sfocia quasi nell'eccentricità. In poche parole è un punk (credo). Beh, che mi fossero sempre piaciuti i tipi alternativi non è mai stato un mistero per nessuno e questa ne è un'ulteriore conferma. A dire il vero l'avevo notato sin da subito ma come non notarlo, d'altronde? Ha i capelli tinti di un rosso-viola con un lungo frangione davanti agli occhi e una cresta dietro che porta sempre abbassata. Il resto della testa è rasata e i capelli cortissimi sono del loro colore naturale (bruni). Non sono riuscita ad osservare bene gli occhi, spesso contornati da occhiaie e a dirla tutta un po' inquietanti (ma anche questo fa parte del fascino che esercita su di me). Viso affilato con pizzetto finale, pelle diafana, alto e dinoccolato, esile, veste quasi sempre di scuro e cammina con il classico atteggiamento da solitario sospettoso e un po' burbero, le mani sempre in tasca e faccia coperta da una sciarpa quasi fin sotto il naso. Mi è capitato di sentirlo parlare una sola volta con qualche collega e devo dire che anche la sua voce è di mio gradimento: profonda come piace a me. Grazia mi prende sempre in giro, dice che le sembra "sporco" (e lo dice una che è stata punk fino a qualche anno fa e che lo è ancora dentro) ma io mi rifiuto di crederci. Non so bene per quale motivo mi attiri, forse perchè ha quell'aria così virile da ribelle, da bello e maledetto (bello per me), perchè è un solitario, non lo so ma mi attira. Non sono ancora riuscita a parlagli o ad avvicinarmi ma per ora ho notato che ogni tanto anche lui mi lancia qualche sguardo di sottecchi quando ci incrociamo nei corridoi o quando lo osservo discreta mentre fuma languidamente una sigaretta (e porca miseria se non è sexy buttato sul muro in quella maniera così trasandata!). Per ora non so nemmeno il suo nome ma tra i buoni propositi per l'anno prossimo credo che ci metterò anche "attuare piano di seduzione del malcapitato". Devo ancora stabilire bene le tecniche di predazione e a questo proposito spero che la mia fervida immaginazione possa venirmi in soccorso, magari durante le feste di Natale mi studio con calma le mosse. Speriamo solo che non sia già impegnato.
sabato 19 dicembre 2009
UWO - Unidentified Written Object
Non so per quale strano motivo stia scrivendo questo post. Non so se avete presente quando vorreste scrivere ma non vi va, insomma quando avete così tante cose da scrivere che non sapete da dove iniziare e tantomeno come incastrarle tutte insieme in un connubio perfetto. Dunque, vi decidete che non scrivere affatto sia la soluzione migliore per liberarvi dai pensieri che vi gravitano in testa o al massimo per far si che si ordinino da soli, in modo tale da vederci un po' più chiaro. In effetti la mia iniziale intenzione era proprio quella di far passare tutto da sè, di evitare di descrivere ogni santo pensiero angosciante mi trapassi il cervello, però poi non ce l'ho più fatta. Hanno vinto loro. Il bello è che non so esattamente cosa descrivere.
Ok, ci provo.
Mi tormento da sempre su chi sono e a 20 anni non l'ho ancora capito. O meglio, forse ho iniziato a capirci qualcosa ma non ho il coraggio di mostrarmi al mondo che mi circonda. Perchè, vedete, le persone di cui (mi) sono circondata sono talmente diverse da come mi percepisco io dentro, che se solo mi mostrassi a loro per ciò che mi sento di essere sembrerei di sicuro una pazza. Mi dico anche, però, che io, così, non posso più andare da nessuna parte. E' arrivato il momento di fare i conti con me stessa. Ho passato tutti questi anni a far finta di essere quella che non sono, ad adeguarmi a loro, solo perchè forse non mi era ancora capitato di entrare in contatto con il mio vero ambiente. Mi sono fatta plasmare in superficie da un habitat che non sentivo mio fino in fondo e mi sono saputa mimetizzare per bene. Però adesso sono stanca di lottare contro l'altra me, quella più vera, sono stanca di sopportare tutto lo schifo che mi circonda. Forse è per questo motivo che mi sto ritirando in me stessa sempre di più, che da qualche tempo a questa parte non riesco a sopportare anima viva, che non mi va mai bene nessuno. Potrebbe sembrare a voi lettori (semmai ci foste) che mi stia innalzando su un piedistallo. No, non è così. E' tutto quello intorno a me che sta sprofondando in un abisso senza fine. Io rimango dove sono, con i piedi ben piantati per terra e non mi passa nemmeno per la testa di cadere insieme a tutto ciò che conosco e che ho conosciuto fino ad ora, non mi va di appoggiarmi temporaneamente a salvagenti malandati. L'unico modo dignitoso che conosca per salvarmi è estraniarmi, come sto facendo adesso. Estraniarmi fino a che, nelle mie peregrinazioni solitarie, prima o poi incontrerò degli esseri come me. Esseri con cui magari poter finalmente stabilire qualcosa di duraturo, esseri che condividano valori e visioni con me, esseri con cui potermi arricchire dentro, non impoverirmi.
E' che mi è crollato tutto addosso quasi in una volta. La mia storia con lui finita (e porca miseria se lo penso e se mi mancano i momenti felici con lui, che però so essere solo lidi lontani, dacchè ho voluto e dovuto, date le corcostanze, imbarcarmi in una nuova avventura con me stessa), le "amicizie" (a questo punto mi verrebbe solo da dire sedicenti tali) disintegrate. Mi sono rimasta solo io e devo andare avanti in qualche modo. Ora, non so esattamente come. Probabilmente dovrebbe seriamente venirmi in mente di mettere un annuncio, magari proprio l'annuncio di cui parlavo qualche post fa o probabilmente dovrei aspettarmi la manna dal cielo, un colpo di fortuna. Probabilmente dovrei solo aspettare e non sperare, evitare di cercare, ma se smetto di cercare nessuno mi assicura che prima o poi troverò qualcosa. Già... . Già. E allora? Allora niente. Sempre le mie solite domande irrisolte. L'unica cosa di cui sono sicura è che non voglio accontentarmi, ho solo questa vita e non la sprecherò. Le persone veramente felici esistono e sono tali perchè non si sono fermate a ciò che faceva loro più comodo. Dunque, se non lo faccio nemmeno io, forse, un giorno, questo mio sacrificio sarà ripagato. Ma è impossibile che dipenda tutto esclusivamente dal destino. No. Io non ci credo nel destino.
Provate a smentirmi.
lunedì 14 dicembre 2009
La rinascita - "Ciak, terza!"
A mio sfavore, però, gioca la mia proverbiale pigrizia e il fatto che non riesco a fare nulla se non lo prendo come un dovere. Ah, maledetto senso di responsabilità. Ammetterlo però è già un passo avanti se non contiamo che sarà un annetto e mezzo che non faccio altro che ammettere e basta.
Riuscirà la nostra eroina a vincere se stessa? Lo scopriremo nelle prossime puntate, non cambiate canale ;)
venerdì 11 dicembre 2009
L'amicizia ai tempi della suina
mercoledì 9 dicembre 2009
poteva la mia casa rimanere integra sotto una devastante orda di barbari?
Bilancio di questi giorni: tutto sommato positivo. Sono riuscita a prendermi i miei ritmi una volta tanto (anche se non so quanto possa essere un bene) ma soprattutto a saltare qualche pasto quando volevo io senza mia madre a guardarmi storto, ad avere pace e silenzio in cui sprofondare e da cui farmi cullare. Da quando sono tornati questa sera il mio tasso di acidità si è leggermente re-inclinato verso l'alto (era troppo bello per essere vero!). Più che acidità però, forse ho provato un senso di fastidio perchè avrei voluto continuare a stare da sola, avvertivo la loro presenza quasi come un'intrusione. Non è una cosa bellissima, me ne rendo conto, ma è la verità, così come lo è il fatto che non ho sentito affatto la loro mancanza, come mi è sempre successo quando partivo per conto mio. Ho avvertito fastidio anche quando il parentado mi invitava a pranzo per evitare di farmi stare sola in questi giorni (che poi, effettivamente, ho mangiato sola a casa mia soltanto per un giorno causa feste comandate), tanto che ho dovuto dire chiaro e tondo a mia zia che lunedì era mio esplicito volere rimanere sola a pranzo. In fondo a me la solitudine un po' piace.
sabato 5 dicembre 2009
Ordine del giorno: la verità più varie ed eventuali
Credo sia arrivato il momento che non volevo arrivasse mai. Il momento in cui le crepe del muro che avevo eretto per proteggermi dalla realtà si sono definitivamente aperte e l'hanno sbriciolato al suolo, lasciandomi nuda e indifesa di fronte alla verità, che naturalmente era ovvia per tutti, tranne che per me, evidentemente. Lui non mi amava più. Semplice. Cosa c'era di più da capire? Cosa c'era da negare? Era chiaro come il sole ma a quanto pare io avevo messo gli occhiali scuri o proprio i paraocchi, fate voi. Era effettivamente la cosa più logica che potessero dirmi. Solo che non so perchè, a sentirmelo dire, per i primi secondi ho pensato che fosse un'eresia. Poi è arrivato lo shock, infine la rassegnazione. Sono stata (volutamente) una stupida, tutto qua. Niente di più cristallino e spiazzante di un'amara (ma sana) verità.
Per il resto, anche stasera me ne starò a casa in compagnia di me stessa, dato che i miei genitori con quel mostriciattolo di mio fratello sono partiti per esplorare i mercatini di Natale di mezzo Nord-Est e i miei amici ritorneranno ancora Voi Sapete Dove per starci fino a domattina. Io non ci andrò essenzialmente per due motivi: 1) io quel posto lo odio (come ho già ampiamente illustrato un paio di post fa) e 2) anche a fare uno sforzo e a volerci andare per amor di compagnia non potrei perchè domattina devo seriamente cominciare a studiare per un esonero fissato per settimana prossima (ergo non posso andare a dormire alle 7 e svegliarmi alle 2), dato che la mia voglia di studiare latita da un po' di tempo. Chiara mi aveva pregata di avvasarla quando i miei amici fossero andati in disco così sarei potuta uscire con la sua comitiva, però non lo so, mi sento una stupida a dirle "Hei Chià, stasera i miei amici non ci sono, posso uscire con te?". Mi sentirei sul serio un'opportunista oltre che fuori luogo. Dunque, per stasera, non mi rimane altro che formare un cratere sul divano nuovo del mio salotto.
Ah e dimenticavo la ciliegina sulla torta! Avendo casa libera, avevo organizzato con tanto entusiasmo una serata con la mia ciurma per domani sera ma ho scoperto solo poco fa che le uniche due ragazze del gruppo (oltre me), che poi sono pure sorelle (che culo!), sono impegnate perchè è l'onomastico del nonno. Si, perchè domani a Bari è San Nicola e naturalmente, essendo questo il protettore della città, i tre quarti della popolazione maschile barese e dei paesi limitrofi porta quel nome in suo onore. Che fantasia, eh? Ma dico io, i genitori del nonno delle mie amiche non potevano mettersi un po' più d'impegno?? Proprio quel nome gli dovevano mettere?? Proprio a lui?? Bastava il nome di un altro Santo vattelappesca, qualsiasi altro nome, ma proprio quello no, cavolo! Eccheppalle!! Mi hanno fatto andre in fumo la serata, perchè è chiaro che non posso invitare a casa mia solo i ragazzi (e non per questioni di pudore o di stronzate affini, loro per me sono come fratelli, più che altro sarei l'unica ragazza in mezzo ad un branco di selvaggi che si ingozzerebbero come iene, senza nessuno con cui parlare un po'). Bah. Maledire San Nicola potrebbe essere un'idea ma credo che non darà comunque i frutti sperati e potrei eventualmente anche guadagnarmi un viaggetto omaggio all'Inferno per il resto della mia esistenza. Oddio, da un lato mi dico "poco male", tanto se fossi Cristiana sarei comunque già dannata.
L'unica cosa certa è che se in futuro avrò un figlio, sicuramente non si chiamerà Nicola.
giovedì 3 dicembre 2009
Il Vento della mia Passione
Il mio però rimarrà solo un sogno, solo una delle tante cose dette e mai fatte. Come quando prometti ad un amico lontano che lo andrai a trovare.
lunedì 30 novembre 2009
A.A.A. CERCASI AMICI ALTERNATIVI E/O COMUNISTI
sabato 28 novembre 2009
I'm empty
Mi manca. Inutile negarlo, è da stupidi e da immaturi. Ogni volta che rimetto piede in un posto dove siamo stati insieme, ascolto una canzone che mi ricorda lui, una delle nostre canzoni, una strana malinconia mi assale ma non riesco a piangere. Vorrei farlo ma non viene fuori nemmeno la metà di una mezza lacrima. Mi sento arida dentro, come svuotata. E' come se fossi vuota, si. E' come se avesse portato via con lui anche l'amore che avevo dentro, per questo non ho reazioni o se ce le ho sono molto attutite. E' riuscito a strapparmi tutto. E quel vuoto che ho nella mia pancia, quel nulla che mi è rimasto, lo sto ulteriormente ampliando, ne corrodo i confini, come quando si brucia un foglio di carta, ardendo, il buco si allarga piano piano dal centro fino a distruggere interamente il foglio. Mi corrodo pensando che nemmeno lui reagisce, che non ha proprio capito che se solo mi dimostrasse ciò che prova, se solo mi dimostrasse che vuole cambiare per me, se me lo dimostrasse con i fatti e non con le parole io lo accoglierei per l'ultima volta. Ma lui non si muove, rimane immobile e questa, per me, è già una risposta, anche se non quella che mi aspettavo, che avrei gradito sentire da lui. E tutto questo mi fa ancora più male. Pensarlo e ammetterlo mi fa male. Abbiamo creato un deserto. Come siamo arrivati fino a qui? Come abbiamo fatto? Dove siamo finiti? Allora non è vero quello che dicono, l'amore non è più forte di qualsiasi cosa, è solo un bellissimo bicchiere di fragile cristallo. Ma a me non serve a niente la sua bellezza. Preferisco qualcosa di meno aggraziato ma più forte, come una quercia. Ecco, vorrei un amore forte e duraturo come una quercia, imponente, resistente alle intemperie che ne scalfiscono il lungo corso di vita, che la segnano ma non la abbattono. Forse la mia quercia non eri tu, amore mio, forse dovevi solo essere quel bellissimo bicchiere di cristallo,il mio, il primo, l'amore puro che è però troppo sottile per essere l'amore di una vita. Come può un bicchiere trasformarsi in una quercia? E può? Forse no. Però eri così bello che non riesco a capacitarmi di averti rotto per sempre.
Lacrime.
domenica 22 novembre 2009
venerdì 20 novembre 2009
LASCIATE LA VOSTRA LIBERA OFFERTA DI FORZA
Salvatemi da me stessa, salvatemi da me stessa vi dico! Vi prego! Salvatemi dal mio masochismo, salvatemi dal mio non rispetto per me stessa, salvate la mia dignità, vi prego! Datemi la forza per andare avanti, io non ce l'ho, ho bisogno di raccoglierla da fuori, ho bisogno di tanta forza, tanta, un bisogno smodato perchè non posso fermarmi ma devo continuare a camminare, a parlare, ad urlare per coprire il suono di questo dolore, per allontanarmene. La stasi mi farebbe solo impazzire, tenete la mia mente occupata o il mio cuore avrà il sopravvento. Non vi chiedo molto. Una parola, un saluto, un briciolo della vostra volontà perchè la mia è annientata completamente. Ditemi che non devo tornare da lui, ditemi che non devo farlo. Mi trasformerò in un contenitore ed elemosinerò forza di volontà, pensieri, saluti, parole qualsiasi cosa pur di tenere il mio tempo e la mia mente pregni, pur di annientare il mio cuore che non mi porterà lontano ma continuerà a legarmi ad una dolce tortura. Ho bisogno di liberarmi, vi supplico, aiutatemi. Gridare è l'unica cosa che posso fare, tenermi dentro questo peso mi corrode, la mia amata solitudine adesso è la mia peggior nemica. Devo vivere, io devo e voglio vivere!
Scrivete qualsiasi cosa, qualsiasi ma impeditemi di (non) ragionare.
giovedì 12 novembre 2009
Non sono Io che parlo
Sto pensando a tante cose ora. Sto pensando che voglio andare oltre, non solo spostarmi fisicamente in un altro luogo e rimanerci in pianta stabile oppure muovermi in continuazione ma non ritornare mai più qui; andare oltre le cose, in senso figurato. Oltre le apparenze, esplorare le profindità di questa umanità tristemente sola e tristemente ridicola allo stesso tempo. Ascoltare le storie di qualcuno per entrare nel suo dolore e condividerlo, amare, un po' nel senso schpenhaueriano del termine, se vogliamo. Dare me stessa agli altri, spendere una vita a caricarsi di pesi per poi scrollarli stanca e sola in una piccola stanza. Sto pensando che voglio cambiare qualcosa in questa vita ma non so esattamente cosa, sto pensando che non voglio vivere continuamente sprecando i miei giorni, che voglio fare un salto di qualità, voglio entrare nel vivo delle cose. Voglio lottare. Non importa se mi sconfiggono ma voglio dare il massimo e quello mi basta, alla fine posso sempre rialzarmi e ricominciare. Sto pensando all'eco ormai sorda delle amicizie e alla mia immotivata gelosia perchè le cose cambiano. Sto pensando ai ricordi lontani di un amore ormai consumato che non voglio ancora accettare. Sto pensando all'impossibilità assoluta e alla speranza più pura.
Questo messaggio sparirà dalla tua mente entro 10 secondi...
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BOOOOM!!
Coscienza resettata.
sabato 7 novembre 2009
mercoledì 4 novembre 2009
I miei Super-io
sabato 10 ottobre 2009
Forse hanno ragione loro, forse l'hanno sempre avuta. L'amore non esiste, mi arrendo. E forse continuano ad avere ragione loro. Sono solo una che sa predicare bene e poi razzola male. Sono semplicemente un'incoerente che finge di essere superiore ma poi è peggio di tutti gli altri messi insieme. Credo che l'unica cosa logicamente possibile ora sarebbe arrendermi all'evidenza dei fatti. Le mie esperienze (per quel poco che possono contare) e quelle altrui. E ti prego Ale stavolta non dire niente, non dire che sono bella, non dire che ho la capacità di guardarmi dentro come nessuno sa fare, perchè non è vero. Non è vero. Perchè lo sanno fare tutti quello che faccio io, molti più di quanti non potresti immaginare. Dunque io, più degli altri, non ho proprio niente. Smetto di nascondermi dietro la maschera della mia presunta unicità e specialità. No, non lo sono. E non sto scrivendo queste cose per autocommiserazione. Se ne siete convinti, per quanto mi riguarda, potete smettere di leggere in questo momento. Semplicemente, lo sto facendo perchè mi attengo a ciò che ho esperito stasera e vi posso dire che sono abbastanza giù. E' difficile ammetterlo per me. Come essere umano devo cercare di giustificare sempre ciò che faccio e che penso, devo salvaguardare la mia autostima e la mia identità. Oggi mi avete buttata nel fango ed è forse li il mio posto. La mia è solo apparenza, sono una ragazzina stupida e viziata come qualsiasi altra, che gioca solo a fare la sapientona dall'alto del suo evanescente pulpito. Adesso basta, mi arrendo. Scendo. Avete ragione voi. L'avete sempre avuta. Non fiaterò più e mi arrenderò a vivere nella mia mediocrità, spengo tutto. Spengo i sogni, spengo le speranze. Noi esseri umani siamo solo egoisticamente portati verso l'aggregazione per convenienza, nè più nè meno. Quello che viene definito "amore" è solo una di queste tante forme. Se troviamo qualcosa di meglio, cambiamo compagnia senza pensarci troppo. Siamo promiscui per natura e agendo principalmente d'istinto siamo portati al tradimento e a farci del male vicendevolmente per ricercare il piacere, la soddisfazione e/o il potere che soliamo denominare come "Felicità". Parola grossa. Ogni volta che arriviamo ad uno scopo ce ne prefiggiamo subito un altro, dimenticandoci, privando di sognificato ogni conquista precedente. Dunque la felicità non esiste perchè siamo troppo egoisti per smettere di ricercare e bastare a noi stessi. Mi arrendo e con questa resa muore un po' una parte di me stessa. Chiuso l'argomento.
Non dite niente.
venerdì 2 ottobre 2009
mercoledì 23 settembre 2009
vuoto vuoto vuoto vuoto vuoto vuoto vuoto vuoto niente ha senso io non esisto ma cosa penso veramente cosa sento veramente cosa sono chi sono perchè cosa devo fare raggiungere felicità strada confusione dolore dolore dolore karma mi sta bene merito molto peggio imparerò lezione amore amore amore amore amore VERO felicità
non raggiungerò mai ciò che voglio, impossibile. inesistente
non sono di questo mondo, non sono per questo mondo, niente affatto.
domenica 20 settembre 2009
?
venerdì 18 settembre 2009
domenica 13 settembre 2009
Un Fatto Ovvio
giovedì 13 agosto 2009
Ain't it over 'till it's over
Non sarà finita finchè non sarà finita sul serio. Io combatterò per averti e recuperarti. Possiamo farcela a ritornare felici, io ci credo e ti aiuterò a cercare di dimenticare. Non rinuncerò a te senza lottare, non starò ferma a guardare. Ce la faremo, vedrai. Non sarà finita finchè non saremo dilaniati dal nostro stesso amore, finchè non saremo a terra allo stremo delle forze. Per ora non sono completamente senza vita, posso ancora rialzarmi e non mi arrendo così facilmente.
Ain't it over 'till it's over
What goes around comes around
E dopo tanti mesi sono ancora qui, davanti a questo schermo, a descrivere le stesse condizioni di tanti mesi fa e dalle quali forse non sono mai uscita, a scrivere delle stesse sensazioni di impotenza. Ma stavolta non ho le stesse possibilità di uscirne. Stavolta non dipende più da me. Stavolta, è stato lui a ripagarmi con la stessa moneta. Stavolta è stato lui a lasciarmi.
Non sai che vuoto mi stai lasciando dentro, dopo esserti portato per sempre con te un pezzo della mia anima. Non sai cosa mi urla in petto, adesso. Non saprai mai che taglio profondo mi hai lasciato e non capisci che sta sanguinando a morte e che le mie ferite non si rimargineranno, non per ora. Vorrei urlare per il dolore come ho fatto mesi fa, ma non ci riesco, ormai mi mancano persino le forze. Non ho più nemmeno la forza di essere umana. Non so in cosa mi hai trasformata. Ho esaurito anche tutte le lacrime. Non mi è rimasto più niente, solo la presenza costante della tua assenza. Stavolta devo farcela e devo farlo per sopravvivere, devo farlo solo per me stessa. Stavolta non ho più l'onere di proteggerti perchè tu mi hai inflitto le stesse ferite che io ti avevo inflitto. Adesso non siamo più niente. Non siamo nemici, ne amici. Siamo solo vuoto, freddo e oscurità, siamo spariti nel nulla così come dal nulla ci eravamo uniti. E' un po' come morire, non esistere più. Il che, forse, è anche peggio dell'odio.
Ora, tu hai provato le mie stesse sensazioni e io le tue, siamo pari adesso.
Scusate, ma non riesco a scrivere più niente.
"Le ondate di dolore da cui prima ero stata appena sfiorata ora si innalzavano di fronte a me e mi si infrangevano addosso, trascinandomi giù. E dal fondo non riemersi."
(New Moon - Stephenie Meyer)
martedì 4 agosto 2009
Sfiga da cinema
Ma chi è che fa entrare nei cinema le ragazzine al di sotto dei 16 anni?? Anzi, più che proibire l'ingresso alle minori di 16 io lo vieterei proprio alla fascia che va dai 13 (età in cui si fanno sentire i primi lievi scompensi in alcune aree cerebrali, manifestati con gridolini eccitati alla minima allusione sessuale, che possono portare alla paralisi facciale in una perenne espressione inebetita o ancora, con urla spaccatimpani le cui cause possono avere svariate origini, come ad esempio una pulce che scoreggia mentre il protagonista sta per essere scoperto ad orgliare i perfidi piani orditi dal cattivo di turno) fino ai 15 e mezzo/16 quando possono arrivare all'apice della demenza senile precoce (nei casi meno gravi). Io mi chiedo se sia umanamente possibile, per chi ha molta meno pazienza di me, sopportare nella fila d'avanti delle giovani oche allupate che manco a due minuti dall'inizio del film cominciano a gridare per la paura. Ora, io posso capire che la prospettiva di avere dinanzi agli occhi quel bel bocciuolo di Daniel Radcliffe per circa un paio d'ore possa far schizzare alle stelle la quantità di ormoni in circolo ma non mi sembra il caso di farla tanto lunga per un fantasy che non farebbe venire un'infarto manco alla mia bisnonna (pace all'anima sua)! Naturalmente, per quanta pazienza io possa serbare, tutto ha un limite e dopo un'ora e mezza di urla, alzate per la prima, la seconda e pure la terza pipì, per i pop corn, scorazzate gratuite nei corridoi della sala (naturalmente sempre urlando - forse era un loro modo di comunicare ispirato ai primati e non mi chiedete per quale arcano motivo), i miei istinti omicidi verso le suddette cerebrolese non erano poi più così tanto latenti. Arrivata al culmine della mia furia mi sono decisa ad assestare un calcio preciso e potente (ma soprattutto RUMOROSO) in direzione della sedia d'avanti alla mia, più o meno all'altezza del cervelletto di una qualsiasi di loro (chissà, magari...). Ovviamente il silenzio è durato per un minuto e nemmeno. Mi sono dovuta rassegnare.
Per il resto il film era troppo sbrodoloso, nel senso che è stato forse troppo lungo e secondo me si sono persi troppo a gingillare su alcuni aspetti relativamente marginali del sesto episodio della fortunata saga della Rowling. Molto (troppo) incentrato sulle storie d'amore nate/in crescita (in particolar modo quella tra Ron ed Hermione, perchè la storia tra Harry e Ginny se la sono filata un po' di striscio e l'hanno accomodata con un semplice bacetto che sembrava nato dal nulla, dato che solo chi ha letto il libro poteva giustificare quella conclusione per una storia che non ha avuto la giusta evoluzione nel film, a mio parere) . Molta meno importanza agli argomenti portanti che lo collegano al quinto e al settimo. Vabè, una cosa un po' free(vola) diciamo. In conclusione, uno che non avesse letto il libro non ci avrebbe capito na mazza. Non avendo avuto, poi, la possibilità di vedere il quinto episodio sullo schermo sono rimasta allibita dai cambiamenti di look, nonchè da alcune "new entries" del cast. Vogliamo parlare prima di Ron in versione emo (ommioddio ma come l'hanno conciato quel ragazzone??) oppure della curiosa interprete di Bellatrix Lestrange? Cioè, stiamo parlando di Bellatrix. Stiamo parlando della bella donna alta, bruna e slanciata dalle palpebre pesanti e non di una barbona bassa, tarchiata con le occhiaie dell'insonnia e qualche problema di igiene orale! Per completare il quadretto familiare anche l'interprete della sorella di Bellatrix, Narcissa Malfoy, dava l'idea di una frustrata cinquantenne più che di un pezzo di figa platinata. Insomma, delusione da questo punto di vita. In ogni caso non rinnegherò mai la mia fede di fan sfegatata della saga, sgorbi dei registi a parte (mandateli tutti al rogo, per favore).
Ma che volete farci...quando riesco ad andare al cinema io...
giovedì 30 luglio 2009
Non trovo le parole adatte per un titolo che renda bene l'idea
Io mi sono rotta il cazzo e scusate se è poco. Se non vi piace il turpiloquio potete anche chiudere questa insignificante pagina di diario di un'emerita imbecille quale è la sottoscritta. Poco mi frega. E per vostra informazione io adoro il turpiloquio, non c'è niente di più gratificante da dire quando si è incazzati. Non mi frega più di tanto di sembrare una ragazzina educata in questo momento perchè mi sono rotta il cazzo (ripeto il concetto). Ho tanta di quella rabbia che vorrei urlare. Io sono un'idiota al cubo. Ho sbagliato tutto. Maledetto il giorno in cui ho incontrato lui, maledetto il giorno in cui ho deciso di ficcarmi nella merda intraprendendo con così tanta leggerezza una cosa che sarebbe diventata così seria. Ero inesperta, d'accordo. Ero sempre stata la solita ragazzina sfigata, occhialuta, secchiona e per giunta con l'apparecchio ai denti che nessuno si era mai sognato di filarsi o addirittura di invitare ad uscire. In un certo senso potevo essere la brutta copia della sorella di Polly Pocket, data la mia prorompente statura ( Polly Pocket aveva una sorella??). Questo più o meno fino ai diciott'anni o poco prima. Più o meno fino a quando non sono uscita da quel vortice di indefinite trasformazioni che si chiama "adolescenza" e ho scoperto che ero a tutti gli effetti diventata una donna. Ho scoperto che, tolto l'apparecchio, l'universo a me sconosciuto e denominato come "pianeta dei ragazzi", iniziava ad apprezzare il mio nuovo sorriso e dietro le mie sottili lenti, ad essere ammaliato dai miei "occhioni da cerbiatta". Anche il mio corpo si era trasformato. Era diventato più morbido e dolce rispetto alla mia costituzione estremamente asciutta dell'età infantile. Avevo capito di avere un grande potere nelle mie mani. Il potere del fascino femminile. Era tutta un'altra cosa. Era bello esercitarlo sui ragazzi e sentirsi guardata. Non mi era mai capitato fino ad allora e la sfortuna ha voluto che uno dei primi alieni del pianeta sopracitato ad esserne catturato fosse proprio lui. Lui che mi riempiva di attenzioni come mai nessun'altro aveva saputo fare, lui che mi sembrava tanto vicino al mio modo di pensare, lui che mi sembrava diverso. Iniziò tutto solo per sfizio, almeno da parte mia. E' stato dopo che mi sono rovinata con le mie stesse mani perchè mi sono coinvolta più di quanto non pensassi, più di quanto non pensavo di poter fare. Questo l'ho scoperto solo dopo averlo lasciato, esattamente dopo un anno e tre mesi di relazione stabile. E perchè l'ho lasciato? Perchè gli sguardi degli alieni intorno a me si facevano sempre più presenti e crescevano di numero. Alieni più belli di lui in superficie ma molto, molto marci all'interno. Alieni tentatori che con le lusinghe stuzzicavano in me l'esercizio del potere che mi aveva riscattata da un'adolescenza infelice di quasi emarginazione. E questo mi ha fottuto, perchè ero distratta da lui. E in questo modo non potevo continuare, per cui sarebbe stato meglio darci un taglio se continuare avrebbe dovuto significare scindere la mia mente dal mio corpo.
Continuavo ad esercitare il mio potere ma per puro gusto di farlo e perchè avvertivo uno strano vuoto in sua assenza. In questo nuovo vuoto un alieno conosciuto per caso è riuscito a catturami quasi completamente. L'alieno era molto, molto bello in superficie e la mia nuova Me si chiedeva come mai una creatura così perfetta fuori, così statuaria, si fosse interessata ad una come me. La creatura aliena, invece, (che in seguito dentro non si è rivelata poi così brutta ma soltanto un pochino troppo semplice per i miei gusti) mi percepiva come desiderabile, con mia grande sorpresa. Non ero mai stata abituata ad essere l'oggetto dell'attenzione di una creatura simile che mi sembrava quasi irraggiungibile. Iniziai persino a ricredermi su me stessa. Quell'alieno non era l'unico. Ce n'erano altri ma nessuno mi andava completamente a genio. Stranamente pensavo ancora al mio primo alieno, ne ero persino gelosa. Dati i sintomi, decisi di ritornare sui miei passi e chiedere una seconda possibilità. Possibilità concessa. Ma da allora non faccio che buttare il mio orgoglio nel cesso e non posso fare altro se non sopportare e ingoiare lo stesso dolore causato al mio alieno. Ma tutto ha un limite. Sentirmi non indispensabile per lui è troppo, più di quanto io meriti. Sentire che la mia presenza, ora, gli è forse quasi indifferente mi sembra una punizione troppo crudele rispetto al reato di cui mi sono macchiata. Aver smesso di amarlo, non so. Forse averlo amato meno e averlo lasciato prima che la nostra storia potesse diventare un vortice di tradimenti e bugie da parte mia e sofferenza inaudita da parte sua. Aver fermato tutto prima che io potessi cedere alla tentazione di tradire il primo uomo che mi abbia saputa apprezzare come una donna. Non avrei voluto che accadesse perchè non si meritava di soffrire così. Poi ha sofferto lo stesso, ma era inevitabile e non perchè io lo avessi messo da parte per qualcun'altro. Ho fatto di tutto per cercare che non accadesse, questo era il massimo che potessi fare ma ciò che ho fatto allora io dovevo farlo, non c'era altra via d'uscita. Mi sono sforzata al massimo per garantire onestà e trasparenza nel nostro rapporto. Ma tu questo non l'hai mai capito e adesso stai andando oltre. Ti stai avvalendo del fatto che sono stata io la prima ad averti ferito per ferirmi a tua volta. Con la grossa differenza che quando l'ho fatto io non ci provavo gusto in quello che facevo, mentre a me sembra che per te sia proprio così.
Non so quanto altro potrò sopportare.
venerdì 24 luglio 2009
Apparenze
lunedì 20 luglio 2009
Percezioni di me stessa
lunedì 13 luglio 2009
"Me chiama Libertà, passo."
lunedì 8 giugno 2009
La forza della natura
Mi piace l'odore della pioggia estiva. Quell'odore pungente e così fresco dell'erba bagnata. Ha un nonsochè di divino, di soprannaturale, di magico forse, che mi fa pensare alla novità, alla speranza di rinnovamento. Si, proprio al rinnovamento, alla scoperta di cose che nasceranno. Cose bellissime. E' un 'interpretazione moto personale, forse dettata anche dal mio stato d'animo e dai miei desideri, ma per me è così. Non c'è niente di più bello della natura selvaggia che si scatena e si libera in tutte le sue forme e stasera io ho assistito a qualcosa che per gli altri potrà sembrare banale o vagamente interessante, ma che per me ha grande valenza e fascino: la forza della natura. Quella natura che ha preso le sembianze di una tempesta temibile, tremenda, ma proprio per questo perdutamente incantevole. Ero per caso capitata sul mio balcone (avendo trascorso la totalità del mio tempo di oggi rinchiusa in casa) quando a un tratto ho visto un lampo, poi un fulmine e infine ho sentito il suono attutito di quello che doveva essere un tuono assordante. Una tempesta in mezzo al mare! Mi era capitato di assistere ad un fenomeno simile solo una volta, nel Salento. Lo ricordo ancora. Mi sono letteralmente catapultata sul terrazzo e mi sono goduta uno spettacolo mozzafiato con la Luna piena che osservava placida alle mie spalle. Il temporale era lontano, forse persino vicino le coste Albanesi ma sembrava talmente vicino.. . Il cielo si illuminava a giorno di mille colori facendoci penetrare per qualche frazione di secondo le sue profondità più oscure. I fulmini, irosi, indomabili, multiforma e multicolore, colpivano con forza l'immensa distesa d'acqua come delle enormi fruste. I tuoni impetuosi erano l'avvisaglia della collera della natura e ammonivano chiunque di tenersi alla larga. Il vento spirava da Sud a Nord-Est, sempre più forte, andando incontro al mare come per fomentare quell'esplosione di bellezza. Sembrava un lupo rabbioso mentre mostra i denti e ringhia, orecchie basse, pelo irto e occhi di sangue, poco prima di attaccare. Sto sentendo addosso quella rabbia selvaggia così armoniosa, così pura, così perfetta da sentirmi quasi divina. E dietro di me ancora quella luna con la sua aura di pace e il suo cielo statico così contrastante con lo spettacolo cui io e lei stavamo assistendo esattamente difronte. Quel cielo chiaro alle mie spalle, ignaro di tutto quello che l'avrebbe aspettato. Così sereno, anche se ancora per poco. Potrei vivere anche solo cibandomi di questo, girare il mondo per riempire i miei occhi di bellezza finchè non traboccherebbero di luce e io sarò cieca. Allora però, forse non mi serviranno più, perchè avrò visto abbastanza e sarò in un'altra dimensione, mi servirò di altri mezzi per guardare.
Potrei anche solo immaginare... .
mercoledì 3 giugno 2009
Sono stanca
Ho voglia di partire. Ho voglia di andare via in qualche posto sconosciuto, magari in Nord Europa e cominciare un'avventura, ripartire da zero, ricostruire tutto daccapo. Come avevo già scritto, da un po' di tempo a questa parte sono molto delusa da tutto ciò che mi circonda. Dalle persone che ritenevo mie amiche e che invece si sono dimostrate solo i soliti opportunisti che alla prima occasione spariscono se trovano qualcosa di meglio o ti voltano le spalle quando fa loro comodo. Persone che non sanno cosa sia la vera amicizia. Sento che tutto intorno a me si sta sgretolando, che sta franando, tutto quanto. Io non l'ho mai fatto. Gli ho sempre cercati, anche quando sapevo che avrei potuto avere tante altre alternative, che magari potevano starmi anche meglio. Ma loro erano miei amici e volevo loro bene, desideravo passare del tempo con loro. Evidentemente io ero l'unica stupida che ci credeva davvero. La maschera che avevo dato alla mia vita sta piano piano crepando e non è più un bel volto di donna ma adesso ha più o meno l'aspetto di una vecchia avvizzita. Non so di chi potermi fidare davvero, le mie certezze si stanno smaterializzando. Sento solo che ho bisogno di genuinità, tanta genuinità che così raramente ho trovato nelle persone di cui mi sono circondata. Mi sono accontentata e sono stata una stupida a farlo pur di costruirmi una vita sociale degna di essere denominata come tale. Ho cercato sul serio di passare sopra tutto, di non essere radicale ma non ci sto riuscendo molto bene. Non mi piace fingere che vada tutto bene, non mi piace fingere e basta. Forse mi allontanerò da quelli che non ritengo valga la pena di continuare a frequentare per andare in cerca di qualcosa di vero, di autentico, di disinteressato. Ora sono veramente stanca di tutto, stanca di cercare di essere coerente e correttta quando gli altri non lo sono con me. Adesso basta, faccio quello che mi pare, rispetto solo chi meriterà rispetto. Mi sono stancata di fare la brava bambina, mi hanno portata al limite e sperimenterò anche la perfidia che è in me. Diventerò un'altra persona, una sconosciuta. Sparirò per molti e sarò al fianco dei soli che si meritano la mia amicizia...e sono veramente pochi.
Scusate per la bassissima qualità dell'intervento (me ne rendo conto) ma è tardi, sono stanca e ho scritto un po' controvoglia, solo per non perdere quello che sentivo dentro.
sabato 23 maggio 2009
E' strano
come a volte alcune cose del mio periodo buio mi manchino. Ero più inquieta, naturalmente più introspettiva. Il buio era mio amico, compagno di notti volutamente insonni a cercare qualcosa che pensavo potesse essere la fuori, in una comoda finestra sul mondo che in realtà forse era l'unico filo che mi permettesse indirettamente di non scollegarmi totalmente dal passato, di avere notizie di lui. Stranamente mi manca quel pizzico di malinconia, quella dose quotidiana. A volte mi mancano un po' le sorprese che incontravo sulla mia strada solitaria, le persone che ho conosciuto, le cose che ho detto. Tutte cose che avrei potuto fare solo trovandomi nelle condizioni in cui mi sono trovata. Ma come per tutte le altre cose il troppo storpia. Io ho fatto la mia esperienza e mi è servita per capire, adesso è tempo di serenità. Nonostante tutto questo io rimarrò sempre la stessa, solo un po' più felice e ciò non mi dispiace affatto. Ho smesso di guardarmi le ferite e di infettarle ancora di più toccandole e stuzzicandole fino alla nausea. Sono andata a riprendermi chi potesse guarirmi ora, anche se le cicatrici che mi sono inflitta rimarranno. Ma fa parte della vita e forse semplicemente io avevo sottovalutato me stessa e i miei sentimenti. Non mi ero accorta di essere umana e dovevo sanguinare per rendermene conto. E' come se adesso mi sentissi più piena, più consapevole e soprattutto più calma dentro. Chissà che non riesca ad essere del tutto spensierata, ma questo forse è chiedere troppo per un cervello troppo occupato a doversi tenere occupato come il mio. Ma mai dire mai.
Ogni persona muove tre stelle
ti senti sola con tante paure
basta un motivo e non vuoi più fuggire
ti guardi le mani e continui a sognare
Quello che senti non è mai lo stesso
e anche se sbagli nessuno è perfetto
Passano i giorni in fila indiana
vinci una mano e non sai se ti andrà più così...
Ogni persona muove tre stelle
tu vuoi imparare a capire la vita
che ci vuoi fare tanto è come credi
e tutto il resto è questione di stile
Quando nascondi qualche difetto
e il pregiudizio ti stringe sul petto
lanci un segnale nell'atmosfera
in equilibrio su un filo tra sogno e realtà
Sei la più bella, la più bella
Sei la più bella canzone che c'è
la più bella, la più bella
sei la più bella canzone d'amore che c'è
Ami la sfida quanto ti chiama
sei spaventata ma vai di incoscienza
su ogni ferita ci passi su il dito
riempi i polmoni e continui a volare
Povere mamme che devono fare
fanno le bimbe per farsi capire
Ti fermi a pensare nessuno è normale
ti guardi in faccia a capire davvero chi sei
Sei la più bella, la più bella
Sei la più bella canzone che c'è
la più bella, la più bella
sei la più bella canzone d'amore...
Sei la più bella canzone che c'è
la più bella, la più bella
sei la più bella canzone che c'è
Ogni persona muove tre stelle
e tu le avvolgi con tutti i tuoi sogni
E' giusto capire mettendo un sorriso
resti sul palco a cantare fin quando ce n'è...
Sei la più bella canzone d'amore che c'è!
...
martedì 28 aprile 2009
Ricomincio da te
lunedì 20 aprile 2009
Muore lentamente
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'.
Pablo Neruda
Questa poesia è talmente cristallina che non ha bisogno di alcun commento. Rispecchia in tutto e per tutto la situazione che sto vivendo e tutto ciò per cui ho deciso di sacrificare la felicità della mia vita precedente. Forse è per questo motivo che riesco a comprenderla e non me ne dispiaccio. Ho deciso di ferirmi adesso per non morire domani, per fare ancora sì che il mio cuore batta, che la mia anima respiri a gran sorsate aria pulita (sempre!). "Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità". Proprio con queste parole Neruda si è fatto veicolo di un messaggio universale che non può non essere apprezzaro per il suo carico di onestà morale. Un esempio, una poesia bellissima.