giovedì 31 dicembre 2009
Pensieri sparsi
Mi sto isolando, sto facendo di tutto per creare il deserto intorno a me e non so nemmeno io per quale strana ragione, però tutto questo mi pesa, mi sento una fallita, vuota, arida. Riufiuto tutto e tutti. Forse voglio rinascere? Ma cazzo quanto è difficile e quanto fa male
Perchè tutti hanno qualcuno e io no? Perchè tutti hanno sempre delle persone speciali su cui fare affidamento e io non ho mai avuto la fortuna di incontrarle? Perchè a chi troppa merda e a chi troppa felicità? Perchè in vent'anni non sono mai riuscita ad avere sul serio una migliore amica, dormire a casa sua dicendo cazzate fino a notte fonda mentre parliamo di ragazzi e facciamo tutto come se fossimo sorelle gemelle? Insomma, robe normali
Perchè vedo coppiette felici dappertutto e ogni volta che mi giro al mio fianco c'è il vuoto?
Tutto questo mi fa solo venire una gran voglia di vomitare
Lo so, è un post emo del cazzo, ma non potevo farne a meno, mi dispiace per voi lettori.
P.s. se avete risposte o proposte, beh, grazie tante.
domenica 27 dicembre 2009
The Cure
I never tried to stop you
Know theres a reason
For all of this you're feeling
Love it's not my call
You could'nt ever love me more
You could'nt love me more
You could'nt love
Me I dont show much
It's not that hard to hide you
See in a moment
I can't remember how to
Be all you wanted
I could'nt ever love you more
I could'nt love you more
I could'nt love
You want me to cry and play my part
I want you to sigh and fall apart
We want this like everyone else
Stay if you want to
I always wait to hear you
Say there's a last kiss
For all the times you run this
Way it's not my fault
You could'nt ever love me more
You could'nt love me more
You could'nt love
Love me more
Could'nt ever love me more
I could'nt love you more
I could'nt love
You want me to lie not break your heart
I want you to fly not stop and start
We want us like everything else
Maybe we didnt understand
Not just a boy and a girl
It's just the end of the
End of the world
Me I dont say much
It's far too hard to make you
See in a moment
I still forget just how to
Be all you wanted
I could'nt ever love you more
I could'nt love you more
giovedì 24 dicembre 2009
Poco originale letterina di Natale
mi sono ridotta a scriverti nell'ultimo giorno utile, lo so. Non me ne volere. In realtà io non avevo intenzione di scriverti questa letterina perchè lo stanno facendo tutti sui vari blog e come al solito volevo fare la diversa e scriverti qualcosa di più originale. Poi però non ho resistito, un po' perchè non ho avuto il tempo di pensare a qualcosa di alternativo da scriverti, un po' per mie esigenze. E' da un po' che non ci si sente eh, vecchio mio? Direi da quando avevo circa 7o 8 anni. Mi ricordo la prima volta che capii che in realtà tu non esistevi: me lo dissero le mie amiche di scuola, potevo fare la terza o la quarta elementare. Loro facevano tanto le fighe perchè ormai già sapevano tutto e mi trattavano da povera sfigata perchè io mi ostinavo a dire che tu c'eri davvero, propinando loro le più svariate (e in effetti inconsistenti) prove della tua esistenza. Qualche giorno dopo, timidamente, durante un pranzo domenicale, chiesi esplicitamente a mia zia se tu fossi vero o fossi solo frutto di una una finzione (mia madre avrebbe negato spudoratamente la tua inesistenza anche se l'avessi colta in flagrante a mettere i pacchi sotto l'albero: si sarebbe inventata che l'avevi delegata perchè quel Natale ti eri beccato la polmonite, tanto per dirne una). Lei mi rispose parlandomi all'orecchio e sussurrandomi queste parole "Babbo Natale esiste solo per quelli che vogliono crederci". Sono sempre stata grata a mia zia per quelle parole. La medicina mi sembrò meno amara da buttare giù; ebbi la conferma di ciò che sospettavo e quel giorno diventai un po' più grande. A dirti la verità, però, da inguaribile sognatrice quale sono, non mi sono mai sentita troppo sfigata a pensare che fossi tu, volando con la slitta trainata dalle tue renne, a portare i regali nelle case di noi bimbetti. Già da allora mi sembrava troppo crudele che un bambino a sei anni potesse essere così disilluso, così realista. In cuor mio, i miei compagni così fighi, sicuri di sè, così troppo prematuramente adulti mi facevano un po' pena e tutt'oggi, guardando indietro con gli occhi di una ventenne, ritengo quelle mamme così poco fantasiose delle vere e proprie arpie: assassine della fantasia che ogni bambino ha il diritto di mantenere vivida fin che la vita glielo consente (chè di realtà potrà riempirsi le tasche fin che vorrà in futuro), assassine dell'inocenza infantile oltre che totalmente prive di buon senso e di qualsiasi forma di sensibilità. Checchè possa dire su mia madre, uno dei pochi pregi che debbo riconoscerle è stato proprio quello di avermi permesso di coltivare la mia fantasia e di sognare finchè mi fosse stato possibile. Di questo devo solo ringraziarla e non posso che esserne felice. Si. Sono felice di aver passato la mia infanzia a credere ai folletti che costruivano giocattoli apposta per me (anche se quei giocattoli di artigianale avevano ben poco). Sono felice di aver passato così tante notti tra il giorno della Vigilia e quello di Natale a trepidare ansiosa nel mio letto, con la paura che tu potessi scoprirmi ancora sveglia e scappare via. Sono felice di pensare di aver creduto che potesse esistere qualcuno, in questo mondo, capace di esaudire qualsiasi mio desiderio, in grado di leggermi nel pensiero sapendo esattamente cosa volessi. Sono felice perchè tutto questo mi ha permesso di diventare quella che sono oggi. Potrebbe sembrarti esagerata tutta questa melensa sviolinata, lo so, d'altronde tu nemmeno esisti, ma è così. Non ti chiederò niente per questo Natale, chissà quante richieste avrai già e non mi va di appesantirti il lavoro. Anche perchè penso che l'unica cosa che vorrei veramente non potresti nemmeno donarmela, haimè. Ti ho scritto semplicemente per parlarti un po' dato che nessuno lo fa mai e che, quando lo fanno, succede solo in un periodo dell'anno e tutti per ricevere, nessuno per donarti qualcosa. Io volevo donarti un ringraziamento in allegato, come mio personale dono di Natale a te. Teoricamente non avrebbe senso scriverti questa lettera, però io lo faccio lo stesso perchè, vedi, per riprendere quello che mi disse mia zia anni fa, in realtà, nonostante conosca la verità, io a te voglio continuare a crederci, perciò in un certo senso tu per me continui ad esistere lo stesso. Poco mi importa se ho vent'anni e non dovrei. Non posso farci niente, sono la solita con la testa fra le nuvole e tale rimarrò a vita. Che poi, chi lo dice che a vent'anni sia vietato credere a Babbo Natale?
P.s. Se poi riesci (anche se ne dubito, ma non è per te, piuttosto per l'entità della richiesta) per favore, potresti regalarmi l'Amore Vero? Lo so, lo so, è rarissimo e ti sto facendo una richiesta alle 19.48 del 24 Dicembre. Beh, in caso non ce la facessi, mi accontento anche solo che tu mi privi del dolore che mi causa pensare e vedere (come mi è successo oggi) lui. Sai, con mia somma sorpresa ho scoperto che mi fa ancora un po' male. Grazie in ogni caso, anche se non dovessi riuscire a soddisfare nessuna delle mie richeste.
Un bacio,
tua Anastasia.
mercoledì 23 dicembre 2009
Apologia della vita universitaria
1) Per noi universitari "Vacanze di Natale" = "StudioMatto&DisperatoPerGliAppelliDiGennaio/Febbraio"; ergo mi toccherà sprofondare con il naso nei libri (feste comandate a parte) e scontare tutta l'accidia accumulata in questi mesi. Ho già prenotato il biglietto di sola andata per "Esaurimento Nervosolandia" e mi toccherà permanerci per almeno un mese, un mese e mezzo. Il tempo di uccidermi per un altro paio di esami e mezzo (considerando il secondo esonero di Psicologia Dinamica) perchè non credo che sarò in grado di prepararmi anche per Psicologia Clinica, sono 4 mattoni da studiare, un migliaio di pagine in tutto (bazzecole insomma) e vorrei preferibilmente avere un voto alto. A Clinica ci tengo, mi piacerebbe prepararci anche la tesi. L'unica cosa positiva di questo prossimo tete a tete coi libri è che continuerò a dimagrire e ciò non mi dispiace affatto. Solo che, beh, preferirei farlo con qualcos'altro il tete a tete (o meglio, qualcun'altro).
2) Mi mancheranno risate e cazzate con le mie colleghe-amiche. Almeno loro mi tenevano compagnia e mi facevano sorridere. Simona e Marika con la loro estroversione che rasenta la pazzia e che sfora sistematicamente in figure di merda (per tutte noi), Chiara con la sua riservatezza, Francesca con la sua semplicità, Annarita con la sua stramaledetta secchionaggine (peggio di me) che mi fa venire i sensi di colpa, Catia con la sua dolcezza, Dolly che è perennemente stralunata, Anna che è anche lei sempre tra le nuvole e a volte dolcemente nevrotica, la persona più comprensiva che abbia mai conosciuto, Grazia che può essere tutto sommato considerata la migliore amica che abbia mai avuto (ci conosciamo dai tempi del liceo) con la sua schiettezza disarmante, la sua forza e la sua aggressività che altro non sono che la maschera per coprire la sua essenziale sensibilità e fragilità. Poi c'è Martin (vero nome: Martino, da me ribattezzato "Martigno"). Martin è un personaggio a parte. Immaginate: unico ragazzo in mezzo ad una tribù di sole donne, tutte che lo pigliano inesorabilmente per il culo da mattina a sera. E' un ingenuo pazzoide con incontinenza verbale (leggi "sparacazzate"), l'aria innocente, i riflessi mentali di un bradipo e l'indole da comico inconsapevole. Ci distrae dall'attività della scrittura frenetica degli appunti cantando canzoni di Venditti in sottofondo quando entra in aula il Prof di Psicometria (che è di Roma, chiaramente) e ridicolizzando le lezioni di Psicologia dell'Apprendimento quando si parla di bambini ("Anastasia, da domani veniamo a lezione con Cicciobello, ok?" "D'accordo Martigno, però per te porto Baby Bua"). Insomma, il nostro divertimento, il nostro martire di gruppo a cui, in fondo, vogliamo un mondo di bene. Se la fa con una tizia odiosa, acidula, sciapita, stupida, che parla troppo e a sproposito e che ci odia tutte perchè quando il nostro martire nazionale sta con lei non facciamo altro che guardarli e ridacchiare maliziose oppure (nel peggiore dei casi) gli facciamo telefonate anonime fingendoci amanti o esortandolo a concluderci qualcosa insieme. Si, siamo delle gran stronze, però ci piace esserlo, che possiamo farci?
3) Beh, questo motivo è ancora marginale per ora ma è, appunto, uno sprone in più per non farmi trattenere dalle grinfie benevole del mio letto ogni mattina. Dunque, c'è un ragazzo del primo anno decisamente interessante. Oddio, che sia oggettivamente interessante è opinabile (ma cosa non lo sarebbe? W il relativismo!) perchè è, ehm, particolare ma di una particolarità che sfocia quasi nell'eccentricità. In poche parole è un punk (credo). Beh, che mi fossero sempre piaciuti i tipi alternativi non è mai stato un mistero per nessuno e questa ne è un'ulteriore conferma. A dire il vero l'avevo notato sin da subito ma come non notarlo, d'altronde? Ha i capelli tinti di un rosso-viola con un lungo frangione davanti agli occhi e una cresta dietro che porta sempre abbassata. Il resto della testa è rasata e i capelli cortissimi sono del loro colore naturale (bruni). Non sono riuscita ad osservare bene gli occhi, spesso contornati da occhiaie e a dirla tutta un po' inquietanti (ma anche questo fa parte del fascino che esercita su di me). Viso affilato con pizzetto finale, pelle diafana, alto e dinoccolato, esile, veste quasi sempre di scuro e cammina con il classico atteggiamento da solitario sospettoso e un po' burbero, le mani sempre in tasca e faccia coperta da una sciarpa quasi fin sotto il naso. Mi è capitato di sentirlo parlare una sola volta con qualche collega e devo dire che anche la sua voce è di mio gradimento: profonda come piace a me. Grazia mi prende sempre in giro, dice che le sembra "sporco" (e lo dice una che è stata punk fino a qualche anno fa e che lo è ancora dentro) ma io mi rifiuto di crederci. Non so bene per quale motivo mi attiri, forse perchè ha quell'aria così virile da ribelle, da bello e maledetto (bello per me), perchè è un solitario, non lo so ma mi attira. Non sono ancora riuscita a parlagli o ad avvicinarmi ma per ora ho notato che ogni tanto anche lui mi lancia qualche sguardo di sottecchi quando ci incrociamo nei corridoi o quando lo osservo discreta mentre fuma languidamente una sigaretta (e porca miseria se non è sexy buttato sul muro in quella maniera così trasandata!). Per ora non so nemmeno il suo nome ma tra i buoni propositi per l'anno prossimo credo che ci metterò anche "attuare piano di seduzione del malcapitato". Devo ancora stabilire bene le tecniche di predazione e a questo proposito spero che la mia fervida immaginazione possa venirmi in soccorso, magari durante le feste di Natale mi studio con calma le mosse. Speriamo solo che non sia già impegnato.
sabato 19 dicembre 2009
UWO - Unidentified Written Object
Non so per quale strano motivo stia scrivendo questo post. Non so se avete presente quando vorreste scrivere ma non vi va, insomma quando avete così tante cose da scrivere che non sapete da dove iniziare e tantomeno come incastrarle tutte insieme in un connubio perfetto. Dunque, vi decidete che non scrivere affatto sia la soluzione migliore per liberarvi dai pensieri che vi gravitano in testa o al massimo per far si che si ordinino da soli, in modo tale da vederci un po' più chiaro. In effetti la mia iniziale intenzione era proprio quella di far passare tutto da sè, di evitare di descrivere ogni santo pensiero angosciante mi trapassi il cervello, però poi non ce l'ho più fatta. Hanno vinto loro. Il bello è che non so esattamente cosa descrivere.
Ok, ci provo.
Mi tormento da sempre su chi sono e a 20 anni non l'ho ancora capito. O meglio, forse ho iniziato a capirci qualcosa ma non ho il coraggio di mostrarmi al mondo che mi circonda. Perchè, vedete, le persone di cui (mi) sono circondata sono talmente diverse da come mi percepisco io dentro, che se solo mi mostrassi a loro per ciò che mi sento di essere sembrerei di sicuro una pazza. Mi dico anche, però, che io, così, non posso più andare da nessuna parte. E' arrivato il momento di fare i conti con me stessa. Ho passato tutti questi anni a far finta di essere quella che non sono, ad adeguarmi a loro, solo perchè forse non mi era ancora capitato di entrare in contatto con il mio vero ambiente. Mi sono fatta plasmare in superficie da un habitat che non sentivo mio fino in fondo e mi sono saputa mimetizzare per bene. Però adesso sono stanca di lottare contro l'altra me, quella più vera, sono stanca di sopportare tutto lo schifo che mi circonda. Forse è per questo motivo che mi sto ritirando in me stessa sempre di più, che da qualche tempo a questa parte non riesco a sopportare anima viva, che non mi va mai bene nessuno. Potrebbe sembrare a voi lettori (semmai ci foste) che mi stia innalzando su un piedistallo. No, non è così. E' tutto quello intorno a me che sta sprofondando in un abisso senza fine. Io rimango dove sono, con i piedi ben piantati per terra e non mi passa nemmeno per la testa di cadere insieme a tutto ciò che conosco e che ho conosciuto fino ad ora, non mi va di appoggiarmi temporaneamente a salvagenti malandati. L'unico modo dignitoso che conosca per salvarmi è estraniarmi, come sto facendo adesso. Estraniarmi fino a che, nelle mie peregrinazioni solitarie, prima o poi incontrerò degli esseri come me. Esseri con cui magari poter finalmente stabilire qualcosa di duraturo, esseri che condividano valori e visioni con me, esseri con cui potermi arricchire dentro, non impoverirmi.
E' che mi è crollato tutto addosso quasi in una volta. La mia storia con lui finita (e porca miseria se lo penso e se mi mancano i momenti felici con lui, che però so essere solo lidi lontani, dacchè ho voluto e dovuto, date le corcostanze, imbarcarmi in una nuova avventura con me stessa), le "amicizie" (a questo punto mi verrebbe solo da dire sedicenti tali) disintegrate. Mi sono rimasta solo io e devo andare avanti in qualche modo. Ora, non so esattamente come. Probabilmente dovrebbe seriamente venirmi in mente di mettere un annuncio, magari proprio l'annuncio di cui parlavo qualche post fa o probabilmente dovrei aspettarmi la manna dal cielo, un colpo di fortuna. Probabilmente dovrei solo aspettare e non sperare, evitare di cercare, ma se smetto di cercare nessuno mi assicura che prima o poi troverò qualcosa. Già... . Già. E allora? Allora niente. Sempre le mie solite domande irrisolte. L'unica cosa di cui sono sicura è che non voglio accontentarmi, ho solo questa vita e non la sprecherò. Le persone veramente felici esistono e sono tali perchè non si sono fermate a ciò che faceva loro più comodo. Dunque, se non lo faccio nemmeno io, forse, un giorno, questo mio sacrificio sarà ripagato. Ma è impossibile che dipenda tutto esclusivamente dal destino. No. Io non ci credo nel destino.
Provate a smentirmi.
lunedì 14 dicembre 2009
La rinascita - "Ciak, terza!"
A mio sfavore, però, gioca la mia proverbiale pigrizia e il fatto che non riesco a fare nulla se non lo prendo come un dovere. Ah, maledetto senso di responsabilità. Ammetterlo però è già un passo avanti se non contiamo che sarà un annetto e mezzo che non faccio altro che ammettere e basta.
Riuscirà la nostra eroina a vincere se stessa? Lo scopriremo nelle prossime puntate, non cambiate canale ;)
venerdì 11 dicembre 2009
L'amicizia ai tempi della suina
mercoledì 9 dicembre 2009
poteva la mia casa rimanere integra sotto una devastante orda di barbari?
Bilancio di questi giorni: tutto sommato positivo. Sono riuscita a prendermi i miei ritmi una volta tanto (anche se non so quanto possa essere un bene) ma soprattutto a saltare qualche pasto quando volevo io senza mia madre a guardarmi storto, ad avere pace e silenzio in cui sprofondare e da cui farmi cullare. Da quando sono tornati questa sera il mio tasso di acidità si è leggermente re-inclinato verso l'alto (era troppo bello per essere vero!). Più che acidità però, forse ho provato un senso di fastidio perchè avrei voluto continuare a stare da sola, avvertivo la loro presenza quasi come un'intrusione. Non è una cosa bellissima, me ne rendo conto, ma è la verità, così come lo è il fatto che non ho sentito affatto la loro mancanza, come mi è sempre successo quando partivo per conto mio. Ho avvertito fastidio anche quando il parentado mi invitava a pranzo per evitare di farmi stare sola in questi giorni (che poi, effettivamente, ho mangiato sola a casa mia soltanto per un giorno causa feste comandate), tanto che ho dovuto dire chiaro e tondo a mia zia che lunedì era mio esplicito volere rimanere sola a pranzo. In fondo a me la solitudine un po' piace.
sabato 5 dicembre 2009
Ordine del giorno: la verità più varie ed eventuali
Credo sia arrivato il momento che non volevo arrivasse mai. Il momento in cui le crepe del muro che avevo eretto per proteggermi dalla realtà si sono definitivamente aperte e l'hanno sbriciolato al suolo, lasciandomi nuda e indifesa di fronte alla verità, che naturalmente era ovvia per tutti, tranne che per me, evidentemente. Lui non mi amava più. Semplice. Cosa c'era di più da capire? Cosa c'era da negare? Era chiaro come il sole ma a quanto pare io avevo messo gli occhiali scuri o proprio i paraocchi, fate voi. Era effettivamente la cosa più logica che potessero dirmi. Solo che non so perchè, a sentirmelo dire, per i primi secondi ho pensato che fosse un'eresia. Poi è arrivato lo shock, infine la rassegnazione. Sono stata (volutamente) una stupida, tutto qua. Niente di più cristallino e spiazzante di un'amara (ma sana) verità.
Per il resto, anche stasera me ne starò a casa in compagnia di me stessa, dato che i miei genitori con quel mostriciattolo di mio fratello sono partiti per esplorare i mercatini di Natale di mezzo Nord-Est e i miei amici ritorneranno ancora Voi Sapete Dove per starci fino a domattina. Io non ci andrò essenzialmente per due motivi: 1) io quel posto lo odio (come ho già ampiamente illustrato un paio di post fa) e 2) anche a fare uno sforzo e a volerci andare per amor di compagnia non potrei perchè domattina devo seriamente cominciare a studiare per un esonero fissato per settimana prossima (ergo non posso andare a dormire alle 7 e svegliarmi alle 2), dato che la mia voglia di studiare latita da un po' di tempo. Chiara mi aveva pregata di avvasarla quando i miei amici fossero andati in disco così sarei potuta uscire con la sua comitiva, però non lo so, mi sento una stupida a dirle "Hei Chià, stasera i miei amici non ci sono, posso uscire con te?". Mi sentirei sul serio un'opportunista oltre che fuori luogo. Dunque, per stasera, non mi rimane altro che formare un cratere sul divano nuovo del mio salotto.
Ah e dimenticavo la ciliegina sulla torta! Avendo casa libera, avevo organizzato con tanto entusiasmo una serata con la mia ciurma per domani sera ma ho scoperto solo poco fa che le uniche due ragazze del gruppo (oltre me), che poi sono pure sorelle (che culo!), sono impegnate perchè è l'onomastico del nonno. Si, perchè domani a Bari è San Nicola e naturalmente, essendo questo il protettore della città, i tre quarti della popolazione maschile barese e dei paesi limitrofi porta quel nome in suo onore. Che fantasia, eh? Ma dico io, i genitori del nonno delle mie amiche non potevano mettersi un po' più d'impegno?? Proprio quel nome gli dovevano mettere?? Proprio a lui?? Bastava il nome di un altro Santo vattelappesca, qualsiasi altro nome, ma proprio quello no, cavolo! Eccheppalle!! Mi hanno fatto andre in fumo la serata, perchè è chiaro che non posso invitare a casa mia solo i ragazzi (e non per questioni di pudore o di stronzate affini, loro per me sono come fratelli, più che altro sarei l'unica ragazza in mezzo ad un branco di selvaggi che si ingozzerebbero come iene, senza nessuno con cui parlare un po'). Bah. Maledire San Nicola potrebbe essere un'idea ma credo che non darà comunque i frutti sperati e potrei eventualmente anche guadagnarmi un viaggetto omaggio all'Inferno per il resto della mia esistenza. Oddio, da un lato mi dico "poco male", tanto se fossi Cristiana sarei comunque già dannata.
L'unica cosa certa è che se in futuro avrò un figlio, sicuramente non si chiamerà Nicola.
giovedì 3 dicembre 2009
Il Vento della mia Passione
Il mio però rimarrà solo un sogno, solo una delle tante cose dette e mai fatte. Come quando prometti ad un amico lontano che lo andrai a trovare.