Io mi sono rotta il cazzo e scusate se è poco. Se non vi piace il turpiloquio potete anche chiudere questa insignificante pagina di diario di un'emerita imbecille quale è la sottoscritta. Poco mi frega. E per vostra informazione io adoro il turpiloquio, non c'è niente di più gratificante da dire quando si è incazzati. Non mi frega più di tanto di sembrare una ragazzina educata in questo momento perchè mi sono rotta il cazzo (ripeto il concetto). Ho tanta di quella rabbia che vorrei urlare. Io sono un'idiota al cubo. Ho sbagliato tutto. Maledetto il giorno in cui ho incontrato lui, maledetto il giorno in cui ho deciso di ficcarmi nella merda intraprendendo con così tanta leggerezza una cosa che sarebbe diventata così seria. Ero inesperta, d'accordo. Ero sempre stata la solita ragazzina sfigata, occhialuta, secchiona e per giunta con l'apparecchio ai denti che nessuno si era mai sognato di filarsi o addirittura di invitare ad uscire. In un certo senso potevo essere la brutta copia della sorella di Polly Pocket, data la mia prorompente statura ( Polly Pocket aveva una sorella??). Questo più o meno fino ai diciott'anni o poco prima. Più o meno fino a quando non sono uscita da quel vortice di indefinite trasformazioni che si chiama "adolescenza" e ho scoperto che ero a tutti gli effetti diventata una donna. Ho scoperto che, tolto l'apparecchio, l'universo a me sconosciuto e denominato come "pianeta dei ragazzi", iniziava ad apprezzare il mio nuovo sorriso e dietro le mie sottili lenti, ad essere ammaliato dai miei "occhioni da cerbiatta". Anche il mio corpo si era trasformato. Era diventato più morbido e dolce rispetto alla mia costituzione estremamente asciutta dell'età infantile. Avevo capito di avere un grande potere nelle mie mani. Il potere del fascino femminile. Era tutta un'altra cosa. Era bello esercitarlo sui ragazzi e sentirsi guardata. Non mi era mai capitato fino ad allora e la sfortuna ha voluto che uno dei primi alieni del pianeta sopracitato ad esserne catturato fosse proprio lui. Lui che mi riempiva di attenzioni come mai nessun'altro aveva saputo fare, lui che mi sembrava tanto vicino al mio modo di pensare, lui che mi sembrava diverso. Iniziò tutto solo per sfizio, almeno da parte mia. E' stato dopo che mi sono rovinata con le mie stesse mani perchè mi sono coinvolta più di quanto non pensassi, più di quanto non pensavo di poter fare. Questo l'ho scoperto solo dopo averlo lasciato, esattamente dopo un anno e tre mesi di relazione stabile. E perchè l'ho lasciato? Perchè gli sguardi degli alieni intorno a me si facevano sempre più presenti e crescevano di numero. Alieni più belli di lui in superficie ma molto, molto marci all'interno. Alieni tentatori che con le lusinghe stuzzicavano in me l'esercizio del potere che mi aveva riscattata da un'adolescenza infelice di quasi emarginazione. E questo mi ha fottuto, perchè ero distratta da lui. E in questo modo non potevo continuare, per cui sarebbe stato meglio darci un taglio se continuare avrebbe dovuto significare scindere la mia mente dal mio corpo.
Continuavo ad esercitare il mio potere ma per puro gusto di farlo e perchè avvertivo uno strano vuoto in sua assenza. In questo nuovo vuoto un alieno conosciuto per caso è riuscito a catturami quasi completamente. L'alieno era molto, molto bello in superficie e la mia nuova Me si chiedeva come mai una creatura così perfetta fuori, così statuaria, si fosse interessata ad una come me. La creatura aliena, invece, (che in seguito dentro non si è rivelata poi così brutta ma soltanto un pochino troppo semplice per i miei gusti) mi percepiva come desiderabile, con mia grande sorpresa. Non ero mai stata abituata ad essere l'oggetto dell'attenzione di una creatura simile che mi sembrava quasi irraggiungibile. Iniziai persino a ricredermi su me stessa. Quell'alieno non era l'unico. Ce n'erano altri ma nessuno mi andava completamente a genio. Stranamente pensavo ancora al mio primo alieno, ne ero persino gelosa. Dati i sintomi, decisi di ritornare sui miei passi e chiedere una seconda possibilità. Possibilità concessa. Ma da allora non faccio che buttare il mio orgoglio nel cesso e non posso fare altro se non sopportare e ingoiare lo stesso dolore causato al mio alieno. Ma tutto ha un limite. Sentirmi non indispensabile per lui è troppo, più di quanto io meriti. Sentire che la mia presenza, ora, gli è forse quasi indifferente mi sembra una punizione troppo crudele rispetto al reato di cui mi sono macchiata. Aver smesso di amarlo, non so. Forse averlo amato meno e averlo lasciato prima che la nostra storia potesse diventare un vortice di tradimenti e bugie da parte mia e sofferenza inaudita da parte sua. Aver fermato tutto prima che io potessi cedere alla tentazione di tradire il primo uomo che mi abbia saputa apprezzare come una donna. Non avrei voluto che accadesse perchè non si meritava di soffrire così. Poi ha sofferto lo stesso, ma era inevitabile e non perchè io lo avessi messo da parte per qualcun'altro. Ho fatto di tutto per cercare che non accadesse, questo era il massimo che potessi fare ma ciò che ho fatto allora io dovevo farlo, non c'era altra via d'uscita. Mi sono sforzata al massimo per garantire onestà e trasparenza nel nostro rapporto. Ma tu questo non l'hai mai capito e adesso stai andando oltre. Ti stai avvalendo del fatto che sono stata io la prima ad averti ferito per ferirmi a tua volta. Con la grossa differenza che quando l'ho fatto io non ci provavo gusto in quello che facevo, mentre a me sembra che per te sia proprio così.
Non so quanto altro potrò sopportare.