sabato 31 luglio 2010

Chiusa per ferie

Odio con tutta me stessa farmi le valigie, perchè non ho il dono della sintesi, tanto meno quello del senso pratico. Ogni volta che devo selezionare il vestiario da portarmi dietro nelle mie mirabolanti (?) (dis)avventure è una tragedia, perché decido di fare a meno di questo pantalone e di quella gonna ma poi puntualmente mi trovo a fare i conti con la mia vanità o con la filosofia del "non si sa mai..." (brutta, bruttissima bestia!). E dunque li ricaccio in valigia. Per di più è così tremendamente snervante stare a pensare a tutto quello che c'è da caricarsi: e ti porti il costume e il pareo per andare in spiaggia, i tacchetti (o le zeppe) e i mini short per uscire la sera, le scarpe da ginnastica quando devi andare a scalare l'Everest in escursione (Ma non dovevi andare al mare? Vabbè non si sa mai...) e le borse di varia forma e dimensione per tutte le evenienze. E basta, ma che palle! Finisce quindi che mi porto quasi sempre dietro tutto il guardaroba (una cosa come 30 o 40 chili di valigia, per uno scricciolo di 1,45 è davvero fantastico da vedere, vi consiglio di venire sempre con me in vacanza). Immaginate poi quando si devono preparare ben due e dico due valigie: il mio incubo peggiore. Ho passato tutta la santa giornata di oggi a fissare inebetita il mio armadio, fulminata ogni tanto da qualche lampo di genio. Però alla fine ce l'ho fatta. La roba per Barça è quasi tutta pronta, il resto lo insaccherò al volo quando tornerò a casa mercoledì mattina per poi ripartire nel primissimo pomeriggio del giorno stesso. Esatto, ho deciso di fregarmene del fatto che dovrò strapazzarmi per andare da destra a manca nel giro di ore, impegnandomi ben bene per riuscire a rimanere lontana da qui il più possibile. Credo che non avrò un attimo di respiro ma la cosa non mi sta poi troppo male. Anzi, mi fa sentire più viva. Mi fa finalmente sentire ciò che dovrei sentire di essere: una spensierata ventenne che succhia la vita e la spolpa fino al nocciolo, fino a che non rimane più niente da divorare. Anche la valigia per la mia fuga in Salento di domani è pronta, tranne le ultime cose che dovrò mettere prima di saltare in macchina tipo spazzolino, pettini, medicine et similia. Ho deciso di evadere da casa mia sin da domani mattina presto per andare a stare qualche giorno da alcune amiche giù nell'Africa del Nord (non me ne vogliano i salentini, si scherza), prendere un po' di colore visto che siamo arrivati ad Agosto e io ho ancora le vaghe sembianze di uno spettro cosparso di cerone e fare un po' di bella vita prima del mio (del nostro) vero viaggio: la bellissima, gotica Barcellona. Saremo in 7, in maggioranza ragazze. Non è propriamente la mia comitiva ma li conosco praticamente tutti. Onestamente, non so che aspettarmi da questo viaggio. Come mi disse qualcuno di mia conoscenza un po' di tempo fa le opzioni sono due: "O ci staremo definitivamente sul cazzo oppure diventeremo ancora più amici". Convivere 24 ore su 24 con un amico o un conoscente è davvero tutta un'altra cosa: abitudini diverse, modi di fare diversi. Si possono scoprire tante piccole cose, tanti piccoli dettagli che non si immaginerebbero mai, vivendo con un amico accanto. Se queste loro piccole cose sono compatibili con le tue piccole cose allora l'amicizia si affiata ancora di più, anche se non è scontato che questo sia predittivo della durata della relazione, esperienza mi insegna (purtroppo).

Beh, io posso soltanto sperare in bene. E da domani sarò davvero chiusa per ferie e con me anche questo mio spazio. Ci si rivede non prima del 10 di Agosto gente.

Fatemi gli auguri.

giovedì 22 luglio 2010

Avete presente quando non riuscite proprio a dormire? Quando, per una volta tanto che vorreste sentire le palpebre abbassarsi e scivolare nell'incoscienza, lontani dalla realtà, puntualmente c'è qualcosa (ovviamente non sapete mai cosa) che vi tiene svegli? Ecco, in questo momento io mi trovo proprio in una condizione del genere. Ad essere sinceri non è una prospettiva troppo allettante se pensate che avrei tutte le ragioni (e soprattutto le necessità) di questo mondo per essere tra le braccia di Morfeo da almeno un paio d'ore. Tipo che tra 4 giorni ho un esame e che domani mi aspettano una cosa come 100 e passa pagine di criteri diagnostici di simpaticissimi disturbi mentali da ripetere rigorosamente a memoria. Tipo che se mi beccano a smanettare al pc a quest'ora non so se arrivo a domani mattina. Tipo che sta iniziando a venirmi mal di testa. Tipo che sono giorni che dormo poco e niente. E così via.

Ho provato di tutto.
La radio. E niente.
Ho provato a girarmi e rigirarmi nel letto cercando di trovare la posizione più comoda e pure quella più scomoda. E niente.
Tracannare un bicchiere d'acqua. E niente.
Facebook/msn. E niente.
Niente. E niente.

Ho pensato di scrivere per potere ottenere un effetto stancante ma sto ottenendo un effetto scocciante, perchè non riesco a trovare più niente di bello da dire, più niente di bello in quello che vedo, che sento. Tutto assolutamente piatto. Come questo umore strano che mi accompagna questa notte e che stranamente non mi fa dormire. Come la mia vita adesso.

Ma queste benedette palpebre non si chiudono.

L'unica cosa buona è che credo che la mia tempia sinistra stia pulsando un po' di più e mi stia venendo il torcicollo, quindi, per forza di cose, me ne andrò a letto e credo che prima o poi mi addormenterò. Se non per sonno, per noia o per mal di testa.

 Vedete che la mia pensata non era poi così malaccio?

sabato 17 luglio 2010

Questa sera mi sento persa in me stessa, affogata da due anni di ricordi che non vogliono saperne di lasciarmi in pace.

Mi chiedo perché, alla fine, mi volto sempre indietro a guardare, come se i riflessi di un tempo ormai assente potessero darmi le energie per camminare lungo la mia strada che inevitabilmente si allontana da loro, se poi sono la prima che proclama che la vita deve andare avanti.

Mi chiedo, proprio in questi momenti, se tutto ciò che succede, succeda per una ragione precisa, per darci un insegnamento, oppure se anche questa è la vana illusione di una persona troppo ottimista e quindi, vista in quest'ottica, nulla ha senso e ce la prendiamo il più delle volte voi sapete dove.


Non so dove volessi andare a parare con queste domande, con questo post, e se avessi voluto andare a parare da qualche parte non me lo ricordo già più. Sono stanca, incazzata, pensierosa e malinconica, come del resto un mese e mezzo (quasi due) a questa parte. Un anno fa ero messa anche peggio, forse, quindi credo sia meglio così. Perchè adesso ho tutto il tempo di guarire con calma, perchè non c'è più nessuno a girare il coltello nelle mie ferite, perchè finalmente tutto dipende solo ed esclusivamente da me e non sapete quanto almeno questo mi faccia piacere. Che la mia felicità non sia più nelle mani di qualcun altro, intendo, che io sia libera di gestirmela come voglio. Alla fine non eravamo fatti nemmeno l'uno per l'altra, per questo non è andata. Oggi ho letto delle cose scritte da lui e a stento ho trattenuto un moto di disgusto. Mai l'ho sentito lontano come questa sera. Lontano dalle mie idee, dal mio modo di approcciarmi alle cose. E' stata come un'illuminazione. Non ci sarebbe potuta essere devozione profonda, almeno da parte mia. E stima, fino in fondo. O quanto meno, non per quello che è adesso. E io devo guardare la realtà delle cose. I nostri mondi sono sempre stati lontani, opposti. Non avremmo mai potuto capirci davvero. Sto arrivando persino al punto di chiedermi come abbia fatto ad amarmi così visceralmente. L'amore deve andare sempre alimentato, non solo combattendo le abitudini, cambiando posizione a letto o altre stronzate varie ed eventuali. Sono arrivata al punto di pensare che deve esserci una comunione profonda delle idee, del pensiero, per poter stare accanto ad una persona per tanto tempo, per potere avere quegli stimoli necessari a rinnovare sempre le cose, a non farle stagnare in frivolezze sterili e superficiali. Bisogna condividere un'idea, una meta, una passione. Secondo me è quella la chiave delle affinità elettive tra le persone, ed è talmente difficile trovarla che molti si accontentano. Mi viene da pensare a tutte le coppie che non avrebbero dovuto diventarlo ma per un motivo o per l'altro sono dovute rimanere unite nonostante avessero capito che era la cosa più sbagliata del mondo. E' un pensiero tristissimo, l'idea di dover passare il resto della propia vita accanto alla persona sbagliata.

Io quella chiave voglio trovarla, passino anche altri vent'anni.
(Preferibilmente si spera prima però, eh).

Esco di scena e vado a camminare solo
sui marciapiedi io volo
sono straniero nella mia citta'
la gente passa mi vede e lo sa
Mi fermo, poi riparto, poi mi fermo ancora e osservo
la strada che si colora
c'è una faccia in vetrina...mi guarda e va via
Chi e' lo straniero a casa mia?
...casa mia
E trovo Andy il matto che e' vent'anni che e' li
e mi dice qui va bene cosi'
tanto tutto e' troppo e basta quel che hai
e forse un giorno lo capirai
Ma te che ne sai
ma chi cazzo sei?
pero' so che ha ragione lui
perche' lui e' un matto autentico
e io troppo spesso mi dimentico che qui

Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood

Arriva il buio e la gente vai via svelta
e come per magia nelle telestazioni l'universo va in festa
ancora un altro giorno alla finestra
Ma uno straniero in fondo che ne sa
di come funziona e di come va
e anche se i sogni in questo posto finiscono in vino
anche se perdi sempre a tavolino qui

Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood

E anche se il film te l'aspettavi con un altro finale
e se qualcosa in fondo e' andato male qui

Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood
Qui non e' Hollywood

martedì 13 luglio 2010


Pensiero fugace del giorno.
 


Oggi pomeriggio, mentre studiavo, ascoltavo la radio e ad un certo punto hanno passato "Strani amori" della Pausini. Circa un decennio fa non avrei osato cambiare stazione. Adesso, la trovo appena sopportabile. Per una frazione di secondo ho resistito all'impulso di spingere il pulsantino degli auricolari, con il risultato che nemmeno mezzo minuto dopo ho iniziato ad annoiarmi e mi sono finalmente decisa a cambiare, senza tergiversare troppo. Non mi sono accontentata, e che ti becco poi su un'altra frequenza? La fantastica "Don't get me wrong", dei Pretenders. In quel momento mi è venuto in mente il detto "Sai quello che lasci ma non sai quello che trovi".

"Appunto", ho pensato. Poi ho sfoggiato il migliore dei miei sorrisi compiaciuti e ho continuato ad ascoltarmi la canzone nella beatitudine della mia veranda.


P.s. Ancora questo pomeriggio, ho scoperto una cosa oscena: in "My sharona" dei The Knack, hanno sempre tagliato la parte dell'assolo di chitarra, della cui esistenza sono venuta a conoscenza soltanto oggi. Maledetti Networks nazionali.


P.p.s. Tutto sta a guardare le cose con una luce diversa. Ti crea una prospettiva nuova, ti rende le cose che hai come se non fossero mai state tue, come se fossero appartenute a qualcun altro fino a quel momento. Rinnova. E la novità è un ottimo incentivo per evitare la mera inerzia della vita.

lunedì 12 luglio 2010


E' l'una meno dieci di una domenica di Luglio (anzi, dovrei dire lunedì), ho fame, sete, sonno e un accenno di mal di testa, quindi, come potrete facilmente evincere da voi, le condizioni ideali per cominciare a scrivere un post i cui intenti (sempre che ce ne sia più d'uno) non sono ancora del tutto noti alla sottoscritta.


Pensavo, per l'appunto, che oggi è domenica e mi veniva in mente il modo in cui tu passi solitamente le domeniche d'estate. Ti immaginavo svegliarti all'alba, di malavoglia, con quei tuoi capelli arruffati, affaccendarti a caricare cibarie varie ed eventuali nella tua piccola 600 brush verde e argento e partire. Sempre che sia andato a dormire, reduce dai bagordi del sabato sera, magari proprio con le stesse persone con cui di solito vai al mare (anzi, ci potrei scommettere). E magari stavolta ci hai portato pure lei. Chissà se gliel'hai già fatta conoscere, chissà che avranno pensato, chissà se avranno fatto paragoni con me, chissà se tu li hai fatti. Non potrò mai saperlo, anche se potrei avanzare delle ipotesi. Ma a che servirebbe in fondo? Solo a stuzzicarmi qualcosa che invece cercava di guarire, che deve guarire, perchè è giusto che sia così. Mi vengono in mente quelle domeniche, forse troppo poche, passate al mare con te e tutta la tua ciurma: sono state così diverse da un'estate all'altra. Il tuo cambiamento era così tangibile che si poteva quasi afferrare a mani nude. Ma il tuo ricordo ormai ondeggia intorno a me e poi si posa dolcemente sulla mia pelle, sfiorandomi docilmente, accarezzandomi, come una foglia morente d'autunno. Non punge più, o quasi. Mi immagino soltanto noi due, occhi negli occhi, stretti in una morsa che non faceva mai male, con quei sorrisi maliziosi, che ci dicevano tutto senza avere bisogno di parlare. Posso quasi sentire ancora una volta le tue braccia salde attorno ai miei fianchi. Mi immagino che riserverai tutto ciò anche a lei, tutto ciò che hai di più bello e che sai donare agli altri, solo quando vuoi, solo quando credi che ne valga la pena. Se l'amerai davvero, come hai saputo fare con me o magari anche di più, quella ragazza sarà fortunata. Se ti amerà davvero, come forse io non ho saputo fare con te, quella ragazza sarà fortunata. Chissà che non sia quella giusta per te. A questo punto te lo auguro, perchè non avrei ormai nessun motivo per non farlo, hai sofferto già abbastanza a causa mia.


Mi chiedo a volte se, anche per sbaglio, a me ci hai pensato, anche solo per una frazione di un istante. A dire il vero mi sono data risposta negativa, forse perchè ho troppa poca stima di me stessa. Ma forse stavolta la verità non la voglio sapere.

"Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora. E' così breve l'amore e così lungo l'oblio"

(P. Neruda)

lunedì 5 luglio 2010

Non mi sono mai sentita più persa in vita mia, come adesso.

Non mi sono mai sentita più lontana dall'Amore e tuttavia più affamata di esso in vita mia, come adesso.

E' un controsenso, ma ricordate che dietro chiunque dichiari di voler rimanere a parte dall'Amore si cela un desiderio ardente più o meno inconscio di una persona che si prenda cura di loro, velato da una ferita che non riesce a rimarginarsi, dalla paura di amare (ancora). In questo momento io sono in una fase di totale negazione del bisogno di qualcuno, perchè forse lo desidero troppo ma ho paura. Chissà di cosa, poi. Di sprecare gli anni migliori della mia vita, forse. Oppure di provocarmi ancora lacerazioni e dolore. Voi mi muoverete a giusta ragione l'obiezione che non ci si può precludere di provare o di vivere qualcosa solo per paura. Non saprei che rispondervi, onestamente, tranne che questa è la mia natura e che per cambiarla mi ci vorrà tempo ed esperienza, sempre che queste ultime me lo consentano e non è cosa scontata. E più vedo il niente, più non ho voglia di forzare le cose perchè vadano come dico, perchè le energie si esauriscono per tutti e soprattutto perchè in alcune circostanze si è impotenti. Credo che oramai non si possa fare più di tanto, dovrei rassegnarmi e avere pazienza.

Non dovrei pensarci e rivolgere la mia attenzione a qualcos'altro.

"Sono ben pochi coloro che hanno abbastanza cuore da innamorarsi veramente senza alcun incoraggiamento."

(Jane Austen - "Orgoglio e Pregiudizio")


E adesso, non mi rimane che imparare a sopravvivere per i giorni, i mesi e forse gli anni che verranno.