giovedì 6 gennaio 2011

E' bastato un semplice gesto, per scoprire quanta tristezza ristagnasse dentro di me ultimamente.
E per scoprire quanto stessi faticando per nasconderlo a me stessa.
Fortuna che a volte anche a me capita di sentirmi una persona normale di tanto in tanto.
Quel poco che basta per farmi ritornare un po' più soddisfatta nella mia anormalità, con la vana illusione di aver capito il mondo solo per averlo sfiorato con la punta dei polpastrelli.

E' la mia maledizione e credo lo sarà sempre.

sabato 1 gennaio 2011

Questione di convenzioni

Ma sarà mica un crimine ignorare il Capodanno? Mio padre me lo ha appena fatto notare con non troppa discrezione per telefono poco fa, quando ha chiamato qui a casa nostra per farmi gli auguri pur essendo a meno di quinidci kilometri di distanza e pur dovendoci rivedere tra qualche ora, quando rientreranno dal mega cenone di famiglia a cui per inciso io non ho voluto partecipare, suscitando sgomento tra i miei parenti. Non che odi la mia famiglia o cosa. Niente di personale. E' che questa sera, questa notte, ho semplicemente deciso di restare sola. E' stata una decisione meditata ad inizio settimana, principalmente per avere la possibilità di portarmi avanti col mio lavoro di sbobinatura oltre che per il fatto che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, i festeggiamenti coi miei amici non sono andati in porto (leggasi tra i vari motivi, anche opportunismo di alcuni) e che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non mi sono impegnata più di tanto per non far si che questo accadesse (leggasi tra i vari motivi, anche menefreghismo e coglioni stragonfi della sottoscritta). Per non parlare del fatto che l'unico invito ricevuto dal mio amico D. (il cui pensiero mi ha fatto molto piacere, tra l'altro) non poteva che essere rifiutato, causa programma (nottata in discoteca, che io mal sopporto) e compagnia (metà delle persone sarebbero state praticamente dei semisconosciuti, l'altra metà vantava un QI pari a quello di un bambino di scuola materna, sicchè, immaginatevi i discorsoni che avrei potuto intavolare con questi figuri). Questo è quanto. Non sono depressa o chissà che. Non ho particolarmente sofferto per questa serata a casa mia all'insegna della dispersione, dello pseudo-lavoro, di siparietti degni della più incallita fan di Bridget Jones con tanto di barattolone di nutella al seguito e vestaglia fucsia shocking. Non ho fatto il conto alla rovescia, per il primo anno. Non ho esultato alla mezzanotte. Non ho fatto gli auguri a nessuno, tranne a mio fratello e a quelli che hanno malauguratamente chiamato a casa mia e solo a Z. per messaggi. Non ho rivolto sorrisi festanti a nessuno, chè non mi andava nemmeno di farlo. Ed il bello è che tutto questo non riesce a non sembrarmi normale. Credo di avere davvero qualcosa che non vada dentro di me, seppure io non riesca ad accorgermene. Il nuovo anno è entrato così nella mia vita, scivolando come un serpente silenzioso e mordendo indolore. Ho tranquillamente continuato a trascrivere fedelmente l'intervista che stavo sbobinando. Ho ignorato persino il cellulare e gli spari mi infastidivano. Ho spento la televisione. In questa casa c'è silenzio adesso, come in una qualsiasi notte d'inverno. Nella mia mente c'è silenzio. Forse è proprio così che dovrebbe iniziare un nuovo anno, in religioso silenzio. Gli si dovrebbe rivolgere un saluto dignitoso, riverente, dolce. Ecco cosa sento: sento dolcezza in questo mio silenzio. La verità è che io oggi ho scelto di rimanere da sola e la verità ancora più vera è che questo mi piace. Non so dire bene il perchè, ma sono serena. Forse era soltanto arrivato nuovamente il momento di riaccartocciarmi su me stessa per saldare i miei pezzi, per tirare le mie somme e capire che finalmente sono arrivata in una condizione tale per cui non ho più bisogno di cercare niente ma accolgo più che piacevolmente tutto ciò che vorrà rifugiarsi tra le mie braccia. Mi sento superiore alla me stessa di un anno fa, ho una buona autonomia, posso nutrirmi da sola. Mi sento autorizzata a credere a giusta ragione che nel mio caso si possa parlare proprio di evoluzione.

E poi, al di là di tutto, se ci pensate bene oggi è davvero un giorno come un altro: il tempo è solo un'invenzione dell'uomo per non sentirsi troppo impotente di fronte all'immensità dell'esistenza.

In ogni caso, se proprio ci tenete, faccio la convenzionale: BUON ANNO NUOVO A TUTTI.