martedì 28 settembre 2010

Confessions

Stamani ho scoperto una cosa pressocchè shockante.
O meglio, stamani ho realizzato una cosa pressocchè shockante, che mi ha letteralmente colta di sorpresa e traumatizzata.

Ero lì che mi stuzzicavo una sottospecie di crosta sulla gamba, bellamente stravaccata con un piede sulla scrivania (ovviamente durante le mie ore "dedicate" allo studio) e pensavo che non avrei visto l'ora di andare dall'estetista per rendermi presentabile in occasione della cresima di mia cugina...

...cazzo, la cresima di mia cugina! Ma aspetta un attimo...

...cazzo io sarò la sua madrina!

[colonna sonora de "Lo squalo" in sottofondo]

...CAZZO IO DOVRO' ANDARMI A CONFESSARE!!!!! (E a questo proposito, è meglio che la smetta di ripetere continuamente "Cazzo!" se non voglio che la Chiesa mi crolli addosso appena ci avrò messo il naso dentro, se non altro perchè rovinerei la festa a mia cugina).

Merda. [Come promesso, ho smesso di dire "Cazzo!" (quest'ultimo non vale)].

Cioè...io non mi confesso da secoli! E dovrò farlo proprio adesso per poter prendere la comunione e, da madrina, dare il buon esempio di cristiana modello a mia cugina. Il problema è che io non sono affatto una cristiana modello. Anzi, a voler essere veramente pignoli io non mi ritengo più nemmeno una cristiana, sebbene sia ancora battezzata e il mio potrebbe essere catalogato come un semplice e banalissimo (nonchè comunissimo) caso di cristiana non praticante. Si da il caso, tuttavia, che ora come ora mi ritenga semplicemente "agnostica". Ma non potevo certo rispondere alla richiesta della mia futura figlioccia (mamma quanto mi sento figa a dire "figlioccia"), dicevo, non potevo rispondere ad una richiesta del genere con un "A dire il vero non posso farti da madrina perchè onestamente non so se Dio esista e anche se esistesse non gliene potrebbe importare un fico secco di noi comuni mortali". No, ecco, sarebbe stato molto poco carino da parte mia spegnere il suo entusiasmo e leggere la delusione nei suoi occhi così ingenui e festosi. Se tra tutte le sue cugine avrà scelto me, avrà pure avuto i suoi buoni motivi. Per lei avrà pur avuto una certa importanza quella richiesta e non sarebbe stato giusto privarla di una gioia così poco pretenziosa. Dopotutto, le voglio bene e al di là del rito religioso sono stata intimamente molto lusingata e felice che lei abbia visto in me un modello, una guida (forse perchè mi assomiglia incredibilmente sotto molti aspetti), così ho interpretato questa scelta nel suo carattere più laico, mettiamola così.

Ad ogni modo, ciò non toglie che l'idea di dovermi confessare mi repelle non poco.

In primis, perché sono passati circa 25***00** anni dalla mia ultima confessione (ho perso il conto, probabilmente l'ultima volta risale alla mia cresima, tipo quando avevo 11 anni, oppure al matrimonio di mia zia nel 2005 o giù di lì) e una delle cose che più odio della confessione, oltre alla preghiera che si recita alla fine e di cui non mi sovviene nemmeno il titolo, è la domanda d'incipit del prete/arciprete/frate/arcifrate/vescovo/arcivescovo/papa di turno: "Da quant'è che non ti confessi, figlio/a mio/a?". Ora, spiegatemi l'utilità della suddetta domada. No perchè vorrei capire, gli cambia radicalmente la vita se le mie bestemmie degli ultimi 5 anni sono state inframezzate da pentimenti di dubbia sincerità, costellati da Padre Nostri e Ave Marie varie, con una regolarità di circa 2 o 3 mesi? No. E allora cazzo chiedi a fare?? Tanto dubito che, anche se gli dicessi che vado a messa tre volte al giorno e mi confesso ogni domenica, il suo Capo possa chiamarlo sul cercapersone e dirgli che sto spudoratamente mentendo. O che un fulmine mi colpisca in testa o, ancora, che mi crolli il confessionile addosso (cose che potrebbero tranquillamente accadere anche se gli dicessi la verità, anche solo per il semplice fatto che io abbia messo un piede in un confessionile);

In secundis, perchè oggettivamente la ritengo una pratica oltremodo inutile e umiliante. Credo sia improbabile che una semplice preghierina potrà salvarmi l'anima, ammesso e non concesso che dopo morta la mia anima debba andare in qualche luogo ultraterreno a cantare lodi a Dio stile coro dell'Antoniano oppure a farsi tagliuzzare sadicamente la lingua modello Ugolino per l'abuso di turpiloquio. E poi perché onestamente ci sono peccati che ricommetterei eccome, perché non li ritengo tali, perché non sono una vecchia zotica credulona e superstiziosa (perché di superstizione si tratta, sostanzialmente);

In ultima analisi, non mi va affatto l'idea di dover andare a spifferare i cazzi miei ad uno sconosciuto vecchio bacucco barbone in saio con il triplo dei miei anni e l'arteriosclerosi in fase avanzata che mi guarda storto come se potessi evaporare da un momento all'altro se per sbaglio mi tocca. Decisamente no. (Se a qualcuno dei miei parenti [tipo mia nonna] dovesse capitare di leggere questa roba mi prenderebbe come minimo per una satanista eretica che andrebbe immediatamente bruciata sul rogo.)

In ogni caso, se dovessi accorgermi che mi ero sbagliata sul conto della Chiesa, di Dio e sull'(in)utilità della confessione, giuro solennemente che vado a Lourdes, mi immergo nell'acqua santa, chiedo alla Madonna in persona di ripristinarmi l'imene, mollo tutto e mi faccio suora. In caso contrario, mi ritroverete ancora qui.


P.s. Vorrei sapere perché, quando pensavo di averti rimosso almeno dalla mia coscienza, anche quando pensavo che oramai non ci sarebbe stato più niente da pensare, riaffiori di nuovo, potentemente, nei miei sogni e io sto ancora lì a pensare a che cosa significhi con la consapevolezza che sarà comunque inutile.

P.p.s. Vorrei sapere, inoltre, perché cazzo di motivo, ogni volta che sono sola a casa, il telefono squilla esclusivamente, ineluttabilmente, quando sto nel cesso.

venerdì 24 settembre 2010

Dance Dance Dance

"Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via col resto. Così ti sei consumato a poco a poco. Perché? Perché l'hai fatto?"

"Non lo so"

"Forse era più forte di te. O forse eri spinto a farlo da... una specie di destino, non mi viene la parola..."

"Tendenza?"

"Si, tendenza. Anche se tu ricominci da capo, e riesci a rimettere a posto la tua vita, è probabile che tu rifaccia le stesse cose. E' una tendenza [...]"

[...]

"Che cosa devo fare?"

"Danzare. [...] Devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perchè. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c'entra. Se ti metti a pensare a queste cose i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che si saranno bloccati [...] tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno mai fermarsi. Anche se quello che fai può sembrarti stupido, non pensarci. Un passo dopo l'altro, continua a danzare."



 [Haruki Murakami - "Dance dance dance"]


Ora, io mi chiedo: come si fa a danzare?

Sono sempre stata una pessima ballerina.

sabato 11 settembre 2010

L'esplosione del bozzolo

Io devo cambiare.


Io ho bisogno di cambiare.

Perché mi sento troppo diversa dentro. Mi sento così diversa che è come se avessi voglia di far esplodere questo corpo, questa immagine di me per poter andare a prenderne una completamente nuova.
Prometto che mi prenderò tutto il tempo che mi serve per me stessa, da dedicare solo ed esclusivamente a me. Per restaurarmi, per trovare finalmente una stabilità ed essere fiera di essere Me. Per tirare fuori la mia vera natura e far si che tutti la possano vedere anche da lontano. Devono capirlo da lontano quello che sono. Devono sentire l'odore della mia essenza da chilometri. C'è chi si allontanerà spaventato. Ci sarà forse chi ne sarà affascinato e si avvicinerà, curioso.

Ma non voglio stare mai più nell'anonimato dell'esteriorità. Voglio anche io il mio biglietto da visita e voglio sfoggiarlo con orgoglio.

venerdì 3 settembre 2010

Non avrei mai potuto immaginare che la musica potesse darmi così tanta forza e così tanto coraggio.

Il coraggio di proseguire per la strada che ho scelto.

Il coraggio di essere semplicemente me stessa.

Il coraggio di fregarmene del resto del Mondo.

Il coraggio di alzarmi e poi reggermi da sola con le mie ginocchia, senza aggrapparmi a niente, tranne che a lei. Alla musica.


Il concerto dei Placebo è stata un'esperienza devastante, adrenalinica, quasi irreale. Bellissima. Brian era lì, a poco più di dieci metri da me e io non credevo quasi ai miei occhi. Era lìEd era lui. Si, proprio lui, cazzo! Se fossi stata più vicina mi avrebbe preso una crisi isterica, penso. Lo ripeterei volentieri altre mille e mille volte. Vi sembrerà assurdo ma anche da questa esperienza sono riuscita a scoprire delle cose su di me. A scavare sempre più a fondo. Ho nuove mete. Ho trovato un altro motivo ancora per sorridere e andare avanti, per riempire me stessa.

E' forse la prima volta che riesco a sorridere mentre apro le braccia per stare in equilibrio.