lunedì 12 luglio 2010


E' l'una meno dieci di una domenica di Luglio (anzi, dovrei dire lunedì), ho fame, sete, sonno e un accenno di mal di testa, quindi, come potrete facilmente evincere da voi, le condizioni ideali per cominciare a scrivere un post i cui intenti (sempre che ce ne sia più d'uno) non sono ancora del tutto noti alla sottoscritta.


Pensavo, per l'appunto, che oggi è domenica e mi veniva in mente il modo in cui tu passi solitamente le domeniche d'estate. Ti immaginavo svegliarti all'alba, di malavoglia, con quei tuoi capelli arruffati, affaccendarti a caricare cibarie varie ed eventuali nella tua piccola 600 brush verde e argento e partire. Sempre che sia andato a dormire, reduce dai bagordi del sabato sera, magari proprio con le stesse persone con cui di solito vai al mare (anzi, ci potrei scommettere). E magari stavolta ci hai portato pure lei. Chissà se gliel'hai già fatta conoscere, chissà che avranno pensato, chissà se avranno fatto paragoni con me, chissà se tu li hai fatti. Non potrò mai saperlo, anche se potrei avanzare delle ipotesi. Ma a che servirebbe in fondo? Solo a stuzzicarmi qualcosa che invece cercava di guarire, che deve guarire, perchè è giusto che sia così. Mi vengono in mente quelle domeniche, forse troppo poche, passate al mare con te e tutta la tua ciurma: sono state così diverse da un'estate all'altra. Il tuo cambiamento era così tangibile che si poteva quasi afferrare a mani nude. Ma il tuo ricordo ormai ondeggia intorno a me e poi si posa dolcemente sulla mia pelle, sfiorandomi docilmente, accarezzandomi, come una foglia morente d'autunno. Non punge più, o quasi. Mi immagino soltanto noi due, occhi negli occhi, stretti in una morsa che non faceva mai male, con quei sorrisi maliziosi, che ci dicevano tutto senza avere bisogno di parlare. Posso quasi sentire ancora una volta le tue braccia salde attorno ai miei fianchi. Mi immagino che riserverai tutto ciò anche a lei, tutto ciò che hai di più bello e che sai donare agli altri, solo quando vuoi, solo quando credi che ne valga la pena. Se l'amerai davvero, come hai saputo fare con me o magari anche di più, quella ragazza sarà fortunata. Se ti amerà davvero, come forse io non ho saputo fare con te, quella ragazza sarà fortunata. Chissà che non sia quella giusta per te. A questo punto te lo auguro, perchè non avrei ormai nessun motivo per non farlo, hai sofferto già abbastanza a causa mia.


Mi chiedo a volte se, anche per sbaglio, a me ci hai pensato, anche solo per una frazione di un istante. A dire il vero mi sono data risposta negativa, forse perchè ho troppa poca stima di me stessa. Ma forse stavolta la verità non la voglio sapere.

"Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora. E' così breve l'amore e così lungo l'oblio"

(P. Neruda)

4 commenti:

  1. purtroppo sappiamo in realtà come vanno a finire queste cose.
    non dovrebbe tanto interessarci il paragone, non dovremmo temere il confronto né ora, né mai!

    RispondiElimina
  2. si...ecco, ogni storia è diversa. Hai ragione.

    RispondiElimina
  3. non solo, ma vogliò dì.... non c'è mica una relazione d'ordine fra le persone, anche tutti i numeri sono diversi ma sappiamo dire sempre quale sia, fra due, il minore e il maggiore.... tu conosci qualcuno in grado di fare lo stesso con le persone?
    Lui è stato tuo, tu sei stata sua... e quel tempo non ve lo leverà nessuno! nemmeno i confronti ^_^

    RispondiElimina
  4. mi piace l'immagine che mi hai evocato con le tue parole. Grazie :)

    RispondiElimina