giovedì 3 dicembre 2009

Il Vento della mia Passione

A volte mi sembra di stare perdendo il tempo che ho a disposizione. A volte mi sembra di non essere coraggiosa abbastanza da seguire ciò che mi dice la mia testa, o meglio, parte di essa. "Salvati", mi dice. "Hai una vita sola e non provare nemmeno a fare una pazzia più grande di te è uno spreco". A volte mi sento una stupida a seguire delle stupide regole che non mi condurranno a niente, se non ad una vita noiosamente ordinaria. Amo ciò che studio ma a volte mi viene in mente di rivoluzionare la mia esistenza per qualcosa che, se possibile, amo ancora di più della psicologia: la mia libertà. Vorrei laurearmi e diventare una psicoterapeuta, questo è il mio sogno e mi sto impegnando per fare si che diventi realtà. Ma dopo? Cosa ci sarà dopo? Non parlo del lavoro. Se mi fossi preoccupata di studiare per trovare subito lavoro sarei stata cosciente abbastanza da intraprendere un percorso di studi che avrei odiato profondamente ma che poi mi avrebbe assicurato il pane quitidiano e anche di più, come avrebbero voluto i miei genitori. Non ho scelto di essere devota al Dio denaro, non chiedo alla vita la ricchezza, chiedo alla Vita un Vita Vera, la Mia Vita. Voglio dedicare la mia vita alla Passione. Se credessi in un Dio, probabilmente sarebbe proprio lei. Nulla ha senso senza la Passione. Ed è per questo che continuo a chiedermi cosa ci sarà dopo. Dopo essermi laureata, dopo essermi specializzata, quale sarà il mio destino? Probabilmente sarò costretta a trasferirmi in un grigia, triste e monotona cittadina del Nord, ad abbandonare per sempre la mia bellissima terra, il mio amatissimo mare e il calore del sole estivo della Puglia per condurre un'intera vita grigia, triste e monotona. Forse potrei sposarmi, avere dei figli e dividere la mia banale esistenza tra la mia bella casa con il giardino e magari anche un cane, i miei eventuali figli e marito e il lavoro che tanto amerei fare. Ma mi basterebbe condurre una vita così? Sarebbe davvero questo quello che vorrei? A volte me lo chiedo e la mia risposta non è poi così scontata. Spesso mi capita di sognare ad occhi aperti di farmi coraggio, di seguire quella voce nella mia testa, di fregarmene delle convenzioni, di mia madre, degli obblighi inesistenti di condurre la vita che ha caratterizzato la mia famiglia da generazioni e generazioni e scappare via nel mondo. Scappare via di qui, si, ma per andare incontro a qualcosa di meglio. Vivere da nomade e da selvaggia, permettere al mio spirito e al mio corpo di vagare insieme, instancabili, trovare uno spirito affine al mio e continuare a vagare uniti, svegliarmi la mattina e non sapere mai cosa aspettarmi da un nuovo giorno. Sogno di cavalcare in praterie lontane, profumate e solitarie, come una selvaggia, oppure di correre a piedi nudi su immensi prati verdeggianti e poi stendermi a pancia in su e farmi baciare dal calore. Sogno di camminare ore e ore in riva ad una spiaggia deserta al tramonto o di vedere nascere il sole, seduta sulla sabbia, per tutta la vita così. Sogno di esplorare boschi e savane e foreste tropicali. Sogno di stare alla finestra di una baita, avvolta in un maglione più grosso di tre taglie, con una tazza di cioccolata calda fumante in mano a guardare i fiocchi di neve che si depositano sulle montagne più alte del mondo. Sogno di tuffarmi da una scogliera altissima e urlare per la gioia e l'adrenalina. Sogno semplicemente di gustare tutta la bellezza che c'è nel mondo, di inebriarmi e di essere felice. Vorrei. Vorrei essere uno spirito totalmente selvaggio e non lacerato in due, non ibrido, costretto a lottare ogni giorno con se stesso.

Il mio però rimarrà solo un sogno, solo una delle tante cose dette e mai fatte. Come quando prometti ad un amico lontano che lo andrai a trovare.
 

1 commento:

  1. scusa ma tu qui al nord ci sei mai stata?

    per il resto ti consiglio il libro "into the wild" di John Krakauer

    RispondiElimina