giovedì 24 dicembre 2009

Poco originale letterina di Natale

Caro Babbo Natale,

mi sono ridotta a scriverti nell'ultimo giorno utile, lo so. Non me ne volere. In realtà io non avevo intenzione di scriverti questa letterina perchè lo stanno facendo tutti sui vari blog e come al solito volevo fare la diversa e scriverti qualcosa di più originale. Poi però non ho resistito, un po' perchè non ho avuto il tempo di pensare a qualcosa di alternativo da scriverti, un po' per mie esigenze. E' da un po' che non ci si sente eh, vecchio mio? Direi da quando avevo circa 7o 8 anni. Mi ricordo la prima volta che capii che in realtà tu non esistevi: me lo dissero le mie amiche di scuola, potevo fare la terza o la quarta elementare. Loro facevano tanto le fighe perchè ormai già sapevano tutto e mi trattavano da povera sfigata perchè io mi ostinavo a dire che tu c'eri davvero, propinando loro le più svariate (e in effetti inconsistenti) prove della tua esistenza. Qualche giorno dopo, timidamente, durante un pranzo domenicale, chiesi esplicitamente a mia zia se tu fossi vero o fossi solo frutto di una una finzione (mia madre avrebbe negato spudoratamente la tua inesistenza anche se l'avessi colta in flagrante a mettere i pacchi sotto l'albero: si sarebbe inventata che l'avevi delegata perchè quel Natale ti eri beccato la polmonite, tanto per dirne una). Lei mi rispose parlandomi all'orecchio e sussurrandomi queste parole "Babbo Natale esiste solo per quelli che vogliono crederci". Sono sempre stata grata a mia zia per quelle parole. La medicina mi sembrò meno amara da buttare giù; ebbi la conferma di ciò che sospettavo e quel giorno diventai un po' più grande. A dirti la verità, però, da inguaribile sognatrice quale sono, non mi sono mai sentita troppo sfigata a pensare che fossi tu, volando con la slitta trainata dalle tue renne, a portare i regali nelle case di noi bimbetti. Già da allora mi sembrava troppo crudele che un bambino a sei anni potesse essere così disilluso, così realista. In cuor mio, i miei compagni così fighi, sicuri di sè, così troppo prematuramente adulti mi facevano un po' pena e tutt'oggi, guardando indietro con gli occhi di una ventenne, ritengo quelle mamme così poco fantasiose delle vere e proprie arpie: assassine della fantasia che ogni bambino ha il diritto di mantenere vivida fin che la vita glielo consente (chè di realtà potrà riempirsi le tasche fin che vorrà in futuro), assassine dell'inocenza infantile oltre che totalmente prive di buon senso e di qualsiasi forma di sensibilità. Checchè possa dire su mia madre, uno dei pochi pregi che debbo riconoscerle è stato proprio quello di avermi permesso di coltivare la mia fantasia e di sognare finchè mi fosse stato possibile. Di questo devo solo ringraziarla e non posso che esserne felice. Si. Sono felice di aver passato la mia infanzia a credere ai folletti che costruivano giocattoli apposta per me (anche se quei giocattoli di artigianale avevano ben poco). Sono felice di aver passato così tante notti tra il giorno della Vigilia e quello di Natale a trepidare ansiosa nel mio letto, con la paura che tu potessi scoprirmi ancora sveglia e scappare via. Sono felice di pensare di aver creduto che potesse esistere qualcuno, in questo mondo, capace di esaudire qualsiasi mio desiderio, in grado di leggermi nel pensiero sapendo esattamente cosa volessi. Sono felice perchè tutto questo mi ha permesso di diventare quella che sono oggi. Potrebbe sembrarti esagerata tutta questa melensa sviolinata, lo so, d'altronde tu nemmeno esisti, ma è così. Non ti chiederò niente per questo Natale, chissà quante richieste avrai già e non mi va di appesantirti il lavoro. Anche perchè penso che l'unica cosa che vorrei veramente non potresti nemmeno donarmela, haimè. Ti ho scritto semplicemente per parlarti un po' dato che nessuno lo fa mai e che, quando lo fanno, succede solo in un periodo dell'anno e tutti per ricevere, nessuno per donarti qualcosa. Io volevo donarti un ringraziamento in allegato, come mio personale dono di Natale a te. Teoricamente non avrebbe senso scriverti questa lettera, però io lo faccio lo stesso perchè, vedi, per riprendere quello che mi disse mia zia anni fa, in realtà, nonostante conosca la verità, io a te voglio continuare a crederci, perciò in un certo senso tu per me continui ad esistere lo stesso. Poco mi importa se ho vent'anni e non dovrei. Non posso farci niente, sono la solita con la testa fra le nuvole e tale rimarrò a vita. Che poi, chi lo dice che a vent'anni sia vietato credere a Babbo Natale?

P.s. Se poi riesci (anche se ne dubito, ma non è per te, piuttosto per l'entità della richiesta) per favore, potresti regalarmi l'Amore Vero? Lo so, lo so, è rarissimo e ti sto facendo una richiesta alle 19.48 del 24 Dicembre. Beh, in caso non ce la facessi, mi accontento anche solo che tu mi privi del dolore che mi causa pensare e vedere (come mi è successo oggi) lui. Sai, con mia somma sorpresa ho scoperto che mi fa ancora un po' male. Grazie in ogni caso, anche se non dovessi riuscire a soddisfare nessuna delle mie richeste.

Un bacio,

tua Anastasia.

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