sabato 19 dicembre 2009

UWO - Unidentified Written Object

DISCLAIMER: la sottoscritta proprietaria di questo blog non garantisce la qualità dell'intervento che segue; in caso di incazzatura, scazzo, depressione più o meno acuta, alto tasso di acidità verbale e/o sarcasmo acido siete pregati di evitarne la lettura, previa compromissione dell'umore a tempo non definito. In caso di complicazioni consultare un bravo psicologo (o psichiatra, a seconda di come siete messi di base).

Non so per quale strano motivo stia scrivendo questo post. Non so se avete presente quando vorreste scrivere ma non vi va, insomma quando avete così tante cose da scrivere che non sapete da dove iniziare e tantomeno come incastrarle tutte insieme in un connubio perfetto. Dunque, vi decidete che non scrivere affatto sia la soluzione migliore per liberarvi dai pensieri che vi gravitano in testa o al massimo per far si che si ordinino da soli, in modo tale da vederci un po' più chiaro. In effetti la mia iniziale intenzione era proprio quella di far passare tutto da sè, di evitare di descrivere ogni santo pensiero angosciante mi trapassi il cervello, però poi non ce l'ho più fatta. Hanno vinto loro. Il bello è che non so esattamente cosa descrivere.

Ok, ci provo.

Mi tormento da sempre su chi sono e a 20 anni non l'ho ancora capito. O meglio, forse ho iniziato a capirci qualcosa ma non ho il coraggio di mostrarmi al mondo che mi circonda. Perchè, vedete, le persone di cui (mi) sono circondata sono talmente diverse da come mi percepisco io dentro, che se solo mi mostrassi a loro per ciò che mi sento di essere sembrerei di sicuro una pazza. Mi dico anche, però, che io, così, non posso più andare da nessuna parte. E' arrivato il momento di fare i conti con me stessa. Ho passato tutti questi anni a far finta di essere quella che non sono, ad adeguarmi a loro, solo perchè forse non mi era ancora capitato di entrare in contatto con il mio vero ambiente. Mi sono fatta plasmare in superficie da un habitat che non sentivo mio fino in fondo e mi sono saputa mimetizzare per bene. Però adesso sono stanca di lottare contro l'altra me, quella più vera, sono stanca di sopportare tutto lo schifo che mi circonda. Forse è per questo motivo che mi sto ritirando in me stessa sempre di più, che da qualche tempo a questa parte non riesco a sopportare anima viva, che non mi va mai bene nessuno. Potrebbe sembrare a voi lettori (semmai ci foste) che mi stia innalzando su un piedistallo. No, non è così. E' tutto quello intorno a me che sta sprofondando in un abisso senza fine. Io rimango dove sono, con i piedi ben piantati per terra e non mi passa nemmeno per la testa di cadere insieme a tutto ciò che conosco e che ho conosciuto fino ad ora, non mi va di appoggiarmi temporaneamente a salvagenti malandati. L'unico modo dignitoso che conosca per salvarmi è estraniarmi, come sto facendo adesso. Estraniarmi fino a che, nelle mie peregrinazioni solitarie, prima o poi incontrerò degli esseri come me. Esseri con cui magari poter finalmente stabilire qualcosa di duraturo, esseri che condividano valori e visioni con me, esseri con cui potermi arricchire dentro, non impoverirmi.

E' che mi è crollato tutto addosso quasi in una volta. La mia storia con lui finita (e porca miseria se lo penso e se mi mancano i momenti felici con lui, che però so essere solo lidi lontani, dacchè ho voluto e dovuto, date le corcostanze, imbarcarmi in una nuova avventura con me stessa), le "amicizie" (a questo punto mi verrebbe solo da dire sedicenti tali) disintegrate. Mi sono rimasta solo io e devo andare avanti in qualche modo. Ora, non so esattamente come. Probabilmente dovrebbe seriamente venirmi in mente di mettere un annuncio, magari proprio l'annuncio di cui parlavo qualche post fa o probabilmente dovrei aspettarmi la manna dal cielo, un colpo di fortuna. Probabilmente dovrei solo aspettare e non sperare, evitare di cercare, ma se smetto di cercare nessuno mi assicura che prima o poi troverò qualcosa. Già... . Già. E allora? Allora niente. Sempre le mie solite domande irrisolte. L'unica cosa di cui sono sicura è che non voglio accontentarmi, ho solo questa vita e non la sprecherò. Le persone veramente felici esistono e sono tali perchè non si sono fermate a ciò che faceva loro più comodo. Dunque, se non lo faccio nemmeno io, forse, un giorno, questo mio sacrificio sarà ripagato. Ma è impossibile che dipenda tutto esclusivamente dal destino. No. Io non ci credo nel destino.
 
Provate a smentirmi.

4 commenti:

  1. Potrebbe sembrare a voi lettori (semmai ci foste)....:D Geniale come sempre.BacioAle.

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  2. beh, Ale, mi sa che qua il mio unico lettore assiduo sia tu..baci...

    p.s. non è che abbia scritto roba poi così tanto geniale...

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  3. Parecchio tempo fa mi sono trovato in una situazione come la tua....non dipende dal destino hai ragione,ma da te.Io lasciai giurisprudenza e tutti i vantaggi che me ne sarebbero venuti,tutte le compagnie femminili di li :) ,e rivoluzionai me stesso in un nuovo mondo:la filosofia,ciò che avevo sempre voluto fare,ciò che avevo sempre voluto essere.Credimi ho incontrato e continuo a incontrare persone meravigliose,simili a me.Bisogna sempre essere coerenti con se stessi,mai sprofondare.Come dici tu io sono veramente felice....adesso.Questo non vuol dire cambia facoltà,ma semplicemente scegli te stessa.

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  4. La mia facoltà è forse l'unica scelta azzeccata che abbia fatto in vita mia (e per la quale scelta ho lottato con le unghie e con i denti contro i miei genitori che mi avrebbero voluto medico o ingegnere) però prendo le tue parole in senso metaforico e le generalizzo e ti do ragione. Cercherò di scegliere me stessa in futuro :)

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