lunedì 6 febbraio 2012

Per me, questo, è un periodo strano. Oramai sono mesi che mi risulta sempre più difficile raccontarmi, raccontarmi con le mie parole, quanto meno. Quelle parole con cui ho sempre saputo dipingere nitidamente i miei pensieri e i miei stati d'animo, quelle parole con cui ho dipinto un amore oramai frantumato, che si è logorato macerando nei detriti del suo stesso ricordo. E' un periodo strano, strano e nuovo, strano ma nuovo. E' un periodo di lontananze e conquiste, di partenze e nuovi arrivi, di vecchie malinconie e nuove speranze, di tramonti, di risvegli con albe in luoghi sempre diversi e sconosciuti ma che, in fondo, lo so che odorano di buono. In questi mesi ho provato tante volte a scrivere qualcosa di sensato, senza troppo successo. Oppure decidevo deliberatamente di lasciare che le parole sfuggissero, per pigrizia, perché i miei pensieri giravano così veloce, guizzavano, a tal punto che non riuscivo a stargli dietro e allora li lasciavo liberi di attraversarmi senza fermarli con un chiodo a questo muro della memoria. Quanti pensieri ho lasciato andare, quanta ricchezza negata e quanto tempo sprecato. L'unica cosa che riuscivo a fare, era delegare a delle parole già scritte il compito di specchiarmi. Così, incapace di dipingere e passiva, spenta, ho cominciato a trovarmi nei libri ma soprattutto nelle canzoni. Ho raccolto valanghe di parole e ho cominciato a ricopiarle, e a riempirne le pareti della mia stanza, sommergendomi di riflessi di me stessa. Naturalmente non era la stessa cosa. Mi mancava non riuscire ad usare i colori della mia tavolozza, mi mancava non riuscire né più essere motivata a sporcarmi le mani, mi manca tutt'ora. Io credo fermamente, come dissi anche un po' di anni fa ad una persona che oramai non c'è più, che si riesca a scrivere veramente solo sull'onda di un'emozione, nel mio caso spesso e volentieri cupa. La mia incapacità di parlare davvero, in questi mesi, il mio mutismo, mi hanno dimostrato più che evidentemente il vuoto che mi sono portata dentro, l'aridità che ha spazzato via qualsiasi ombra di emozione, annientandomi ancora più brutalmente di come si potrebbe fare con un pugnale o una pistola. Perché quel vuoto mi ha annientato l'anima, me l'ha schiacciata con un piede prepotente ed io ero troppo debole per reagire. Sono rimasta immobile, inerme, a lasciare che questo accadesse, per comodità. Non mi ero mai davvero accorta di queste dinamiche fino a che non ho iniziato a scrivere questo post. Forse, però, sarà proprio questo post il primo monito, il segnale che ho finalmente smesso di subire, che sono stanca e che ho cominciato a reagire. Piano piano io mi riprendo me stessa, piano piano io quella tavolozza me la riprendo, perché ho voglia di sporcarmi ancora le mani, ho voglia di tornare a guardarmi dentro e di dipingere ancora quadri bellissimi, e vi prometto che i prossimi, saranno ancora meglio dei precedenti.

Questa, è per quello che è stato 

Ti lascio questa canzone 
perché adesso il momento è arrivato 
ho messo qui dentro i giorni, le cose 
e le storie che abbiamo vissuto 
c'è dentro un pacco di libri 
e un paio di scarpe bucate 
ci sono i biglietti, le foto 
e tutti i viaggi rimasti da fare 
Non venire mai a cercarmi 
sono andato dove il vento mi chiama 
stasera sarò mille miglia 
lontano da casa 

La magia se n'è andata, la luce si è spenta 
sono partito, e il resto è passato 

potrai sempre dire che non era più il tempo 
o che forse era un mondo sbagliato 
e se un giorno dovessi incontrarmi ancora 
a una svolta del nostro destino 
salutami come l'amico di un tempo 
che la vita ha portato lontano 
Non venire più a cercarmi 
sono andato dove il vento mi chiama 
stasera sarò mille miglia 
lontano da casa 
Non venire mai a cercarmi 
sono andato, la vita è cambiata 
ti mando un abbraccio 
e la mia serenata di strada 

Ti ho scritto questa canzone 
perché adesso il momento è arrivato 
ci troverai dentro i sogni e i rumori 
delle notti che abbiamo passato 
ci ho messo i pianti e la rabbia 
e una manciata di buoni ricordi 

della donna che un giorno mi ha amato 
con gli occhi più scuri e gli abbracci più dolci 
Non venire più a cercarmi 
sono andato dove il vento mi chiama 
stasera sarò mille miglia 
lontano da casa 
Non venire mai a cercarmi 
sono andato, la vita è cambiata 
ti mando un abbraccio 
e la mia serenata di strada



[Modena City Ramblers - Serenata di strada]

Questa, è per quello che sarà, quando sarà tempo che lo sia

Vorrei vivere sul tuo collo 
riparandomi sotto l'orecchio 
aspettando che spiova 
riparandomi sotto il mento quando il sole brucia



[Erica Mou - Vorrei vivere sul tuo collo]

Perché vorrei tanto qualcuno che, prima o poi, mi lasci affondare il naso nel suo collo, chiudere gli occhi e accoccolarmi al suo petto. 


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