lunedì 1 febbraio 2010

Un'insolita vigilia

Domani è un nuovo giorno ma per me sarà "il giorno". Domani, la qui presente proprietaria del qui presente blog compirà un (non ancora qui presente) anno in più. Strano ma vero, il giorno della vigilia la suddetta non si sente depressa (componente costante che accompagna la sua tradizione di vigilie di compleanni da almeno quattro anni a questa parte). Questo anno in più non mi pesa. Forse perchè il passaggio traumatico c'è già stato e mi sono abituata ormai al pensiero di essere per sempre fuori dai "teen", dunque un anno sui miei venti per me non fa testo. Anzi, questa sera, riflettendo mentre viaggiavo in macchina, mi sono accorta che a tratti mi dimentico persino del lieto evento. Non mi aspetto regali, non mi aspetto richieste e non mi sono nemmeno sorpresa che non me ne sia arrivata alcuna. Sono come in un mondo a parte, tutto quello che mi arriva dall'esterno è tutto in più. Oppure sto soltanto crescendo e, con la mia adolescenza, perdendo anche quell'entusiasmo fanciullesco che caratterizza l'avvento di ogni nuovo compleanno. C'è della tristezza in tutto ciò ma è un processo naturale. Devo riconoscermi che in questo passato e burrascoso 2009 da giovane ventenne, Madama Esperienza mi ha preso sottobraccio per farmi un breve discorsetto sulla vita. Certe cose in realtà le avevo già intuite, certe altre non le conoscevo affatto, altre ancora non mi suonavano per niente nuove ma un ripasso non fa mai male a questo recidivo profusore di fiducia quale sono. Ho affrontato così tante tempeste, tutte in mari differenti, e adesso che si sono placate e mi stanno dando un po' di tregua intravedo timida e mattutina la luce dell'alba di un giorno nuovo e più caldo. Tutti i miei dolori mi hanno portato verso la serenità che sto vivendo (che sono consapevole non sarà duratura per l'eternità). Serenità per aver fatto un passo avanti nella mia personale ricerca sul significato di certi sentimenti. Ho scoperto che alcuni di essi (se non forse tutti) sono come un solido luccicante e irregolare: possono avere mille sfaccettature, tanti strati e ognuno contempla il lato che gli capita alla vista, scegliendo quanto in profondità vale la pena andare, quanto male vale la pena di sopportare prima di arrivare al loro nucleo e poi essere estasiati e contornati dalle pareti dell'ultimo e più sicuro strato. Serenità per aver cominciato finalmente a rispettare me stessa e tagliare seriamente i cordoni con il marciume che mi inquinava e con il quale io non ho nulla a che vedere ne ne vorrò avere in futuro; per essere stata capace di cavarmela anche da sola, quando credevo non mi fosse rimasto più nessuno, di scoprirmi più forte di quanto pensassi ed affidabile per me stessa oltre che per gli altri, superando il mio ennesimo periodo di voluta solitudine. Ne sono uscita a testa alta, non ho perso, come a qualcuno potrebbe sembrare. Ci ho soltanto guadagnato verità e sincerità con le poche persone che ho finalmente, volontariamente scelto di ammettere nella mia cerchia ristretta e onestà da me stessa. Forse questo era il più bel regalo che potessi farmi. Scegliere me stessa. Il cammino per amarmi completamente è ancora molto lungo ma credo che prima o poi ci riuscirò. Sto incontrando altre difficoltà, questo è anche vero, alcune di esse sono compagne di vecchia data che non so nemmeno se mi abbandoneranno mai, ma questa è un'altra storia e ho ancora tempo e soprattutto supporto. In un anno ho fatto anche più di quanto pensavo mi sarebbe stato possibile fare.

Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini, chi più, chi meno, chi ancora di più di "più". Stavolta però ringrazio anche un po' me stessa, me lo devo. Non mi importa quanto dovrò soffirire se il risultato sarà questo.

E adesso, miei cari, aspettiamo.

4 commenti:

  1. Auguri Sig.rina Ania...lei è fonte di iperrealtà....le sue parole sono quelle dei giorni migliori.BacioAle.

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  2. sono quelle dei giorni migliori anche per merito tuo...grazie Ale.

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