giovedì 22 marzo 2012

Stasera rivedevo le foto profilo di G., quella che un tempo potevo considerare a tutti gli effetti la mia migliore amica. Sfogliavo l'album a ritroso e vedevo tutti i miei commenti nel giro di questi ultimi tre anni, e abbinavo a ciascuna foto, a ciascuna data, la sensazione particolare di un ricordo ben preciso, di un periodo della sua e quindi anche della mia vita.
Ho pensato a quello che ci è rimasto oggi.
A mala pena un caffè quando torno a casa per le vacanze, una volta ogni due o tre mesi, forse, per due o tre ore al massimo.
Due o tre ore ogni due o tre mesi.
Messaggi nemmeno ce ne mandiamo più.
A dispetto di tutte le promesse di appena un anno fa.
E non che io non ti pensi o non ti voglia più bene. E' solo che da mesi a questa parte ti ho sentita lontana, sempre più lontana. Nemmeno ti sei ricordata del mio compleanno, per la prima volta in 8 anni. Io lo so che è stata colpa di quel dannato lavoro. Ma cazzo se mi manca la G. che eri un tempo, quello che eravamo noi due un tempo. Mi mancano le risate tra i banchi dell'università, mi manca persino l'esaurimento per Bertolo, due estati fa. Ricordo che continuavo a scriverti in bacheca nomi di disturbi su disturbi, e che ci mettevamo a fare le gare a chi si ricordava meglio i nomi di tutti quei farmaci astrusi, quei cazzo di antipsicotici. E il lavoro di squadra per Rosita. E tu che mi consigliavi di ascoltare gli HIM e i (è mezz'ora che cerco di pensarci ma non ricordo più il nome della band ma cominciava con la R, credo, e la cantante era bionda). Quando mi ascoltavi piangere al telefono per M. o mi dicevi che ero stata una stronza con lui, con quei tuoi modi schietti e anche un po' bruschi ma che comunque non cambierei mai. Eri una delle persone più leali che avessi mai conosciuto. Avrei voluto che continuassimo a camminare ancora insieme. Non sei andata via, questo è vero, la tua è una presenza ancora costante nella mia vita, ma troppo poco intensa ormai.

E adesso, ripensando a tutto questo, mi è venuto in mente che forse i rapporti con le persone non sono altro che parabole. Forse è così che deve andare sempre. Quando si tocca un picco massimo, poi non si può far altro che scendere, in picchiata o dolcemente, fino a che la curva non si stabilizza e tende piattamente verso l'infinito, così come è nata dal niente. Con la differenza, però, che dietro di sé ha lasciato una scia, una traccia, una storia, che non si può cancellare né ignorare.

E' probabile che nessuno riesca a rimanere per sempre, in effetti.

3 commenti:

  1. è probabile che nessuno riesca a rimanere per sempre... nella maniera in cui vorremmo, almeno.

    Ad ogni modo, da individuo abbastanza schietto, ti suggerisco di manifestare questo tuo "disagio" alla persona interessata; poi se son rose fioriranno. :)

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  2. Oppure è un'ellisse, prima è vicina al centro e poi si allontana. Ma per forza di cose prima o poi ci torna vicino.

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  3. Ang: già fatto presente, in verità. L'ultima volta che ci siamo viste le cose sono andate decisamente meglio, ma non è comunque più come prima e non so se lo sarà mai.

    Alice: non sai quanto vorrei che fosse come dici tu...

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