martedì 20 marzo 2012

Home, sweet home


Questa qui è casa mia. La foto è stata scattata a Luglio dell'anno scorso da un ragazzo che conosco, secondo me con un talento innato per la fotografia (che poi con me sia stato un grandissimo stronzo è secondario, perché purtroppo, per me rimane pur sempre un bravo fotografo).  



Mi manca.
Il mare, intendo. Mi manca da morire.
Mi manca quel suo odore acre, pungente, che si respira nella brezza delle sere di Giugno lungo il porto, mentre passeggi sul molo e vedi gli innamorati seduti sul muretto a stringersi promesse mute che non manterranno mai.
Mi manca il suono della risacca. Quel suono lento e cadenzato che ti infonde una tranquillità estrema, quasi come fosse una nenia, con quel suo ritmo regolare, come per dirti che non devi preoccuparti, perché il mare si ritira, si, ma poi torna sempre indietro a baciare la riva, e lo potrai trovare sempre lì per te.
Mi manca la limpidezza delle sue acque d'inverno, quando è sempre più bello che in qualsiasi altra stagione dell'anno, perché è solitario e silenzioso e si può ammirare meglio la sua vastità.
Mi manca poter osservare l'orizzonte sgombro, quella linea sporca di confine tra cielo e terra che mi aiuta a perdermi sempre un po', come vorrei.
Mi mancano soprattutto i tramonti sul mare, che credo siano tra le meraviglie più preziose che il Mondo ci abbia mai donato. Mi manca quell'oro sull'acqua e la malinconia degli ultimi pescatori che rientrano traballando nel porto con le loro barche malconce prima che cali il buio della notte, con un misero bottino in tasca, le mani sporche e il sorriso di chi si accontenta con poco e vive di passione.

Penso che non potrei mai veramente invecchiare senza questo.
Mai.

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