mercoledì 22 dicembre 2010

Mancano ormai tre giorni a Natale. E io non sento assolutamente nulla. E' strano per me, che sin da bambina ho sempre aspettato con trepidazione questo periodo. L'ho sempre ritenuto un po' magico, al di là del trauma da "Babbo Natale non esiste". Ed è proprio adesso che ho iniziato ad accorgermi che mi scivola tutto addosso, che non riesco a fermare niente, ad assorbire niente, a catturare niente tra i pori della mia pelle. Mi sento come ricoperta da una patina di vetro, che non mi fa sentire i suoni né mi permette di capire se ciò che tenta invano di toccarmi sia caldo o freddo. Fluttuo sospesa a mezz'aria in una sorta di vuoto cosmico, dove c'è solo buio, fuori da spazio e tempo, fuori dal Mondo (e quando mai!), quasi fuori dalla me stessa che ero prima. Per me potrebbe essere anche il 25 di Agosto: non cambierebbe una virgola. Vedo tutto senza sfumature, velato da quel mediocre grigio di chi è oramai avvezzo anche alla propria stessa esistenza e va avanti per inerzia. Ma ora mi sto chiedendo "Cazzo è mai possibile che a soli 21 anni io debba già andare avanti per inerzia?". Non è una cosa molto "pheega", anzi è piuttosto da sfigati parecchio sfigati, direi. E in effetti io in fondo in fondo un po' sfigata lo sono. Di norma, a 21 anni dovresti avere voglia di spaccare il Mondo, ma se non lo trovi come fai a spaccarlo? E' una vita che ci provo ma a quanto pare io e il Mondo siamo sempre stati due cose separate. Forse non andiamo molto d'accordo. Prima o poi però dovrò andarci a convivere e lì saranno cazzi. E' che adesso è come se non me ne importasse più davvero di niente e di nessuno, mi sto lasciando andare, sto lasciando andare tutto ciò che in questi anni ho faticosamente costruito, protetto e tentato strenuamente di trattenere a me, probabilmente anche contro la sua tendenza e questo è stato un grave errore. Ma cosa potevo fare? Allora sarei affogata se non l'avessi fatto. Forse adesso mi sono resa conto di essere un po' più forte, più temprata, di poter resistere in apnea un po' più a lungo, senza un appiglio, così ho deciso di lasciare le cose al loro destino, che vadano come devono e anzi come avrebbero dovuto. Adesso è il momento giusto, adesso sono pronta. Ma in realtà non ne sono molto sicura. E' che però certe cose a lungo andare ti logorano di più se ce le hai vicine che non se le lasci andare via. Più tenti di tenerle salde tra le tue braccia e più si divincolano e mordono e fanno male, come un animale selvaggio, fiero e opportunista. Allora lo capisci che devi lasciarle andare. Quando sei sanguinante e senza forze, apri le braccia e ti lasci andare alla corrente e sei talmente sfinito che non ti importa se mentre il fiume ti trascina riuscirai a trovare uno scoglio cui aggrapparti oppure se finirà tutto lì. Vuoi solo essere lasciato in pace e ascoltare il suono ovattato dell'acqua che ti pervade i timpani e sentire il tuo corpo che finalmente si distende, libero dal dovere di contrarsi per sopravvivere.

Bastare a me stessa sta iniziando a diventare un'impresa troppo, troppo onerosa.

A volte credo che preferirei persino il dolore a questa condizione,
purchè esista ancora qualcosa capace di farmi sentire che sono viva.
Non solo che esisto.



Luna - Verdena

Dipingimi distorto come un angelo anormale che cade
Offendimi, se odiare è un crimine il prezzo è uguale e fa male
E vedo te, io e te, niente conta in fondo
Illumina annulla le paure oh luna nulla è uguale
Sarò così onesto come se tu fossi il mare, il mare
E vedo te, io e te, niente conta e crolla, crolla
E vedo te, io e te, niente conta in fondo.

9 commenti:

  1. Alla fine penso che sia io che te ci siamo definitivamente stancati di noi stessi. Bastarsi va bene finchè non cambiano le necessità, evidentemente qualcosa è cambiato o molto probabilmente lo sta facendo.
    E, scusa se mi permetto, ci starebbe: per quanto tempo abbiamo resistito per i fatti nostri?
    Vedi, il mio ultimo post in effetti non è molto diverso da questo; le analogie anche se sottili ci sono.

    Forza tigrottola @_@

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  2. Beh alla fine hai scritto molte delle cose che provo io stesso e molte delle domande che anche io mi pongo; in realtà non è vero che sei al punto di partenza... non so esattamente cosa possa significare poichè sto cercando una risposta.
    Io penso che... non lo so, forse la completezza va anche cercata fuori, in parte; dipendere da sè stessi è come pretendere di stringere qualcosa in un pugno e poi scoprire di avere la mano vuota.

    Ok la pianto, si nota la difficoltà che ho nel rispondere.... e poi non me la cavo facilmente con questi discorsi delicati xD

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  3. Non lo so Ang...io continuo a credere che imparare a bastarsi debba essere fondamentale...è un esercizio che ti serve in casi di necessità estrema, in cui devi essere pronto oppure cadi se non hai un appoggio...solo che fino ad ora credo di avere miseramente fallito nei miei intenti...e io invece ho BISOGNO di imparare come si fa!

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  4. Lo so, lo so Ania... è giusto bastare a sè stessi proprio e soltanto per quella motivazione.
    Però sai cosa? quando hai scritto che sta diventando davvero oneroso farlo, beh in quel preciso istante ho notato una certa malinconia (forse?).
    Anche io ultimamente sono giunto alla stessa conclusione... chiamala autocritica di fine anno se vuoi :)

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  5. Certo che provo una certa malinconia, ed è per questo che mi dico che non ho concluso niente in questi mesi, proprio un bel niente. Non sono riuscita ad avanzare, sono rimasta sempre lì, a cercare di colmare chissà quale vuoto.

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  6. C'è una frase del liga che dice "quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà". Penso sia proprio il caso, forse sembra tutto fermo perchè in realtà sia io che te aspettiamo qualcosa di più sorprendente.

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  7. Eh...ma questo alla fine lo sapevo...

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  8. è vero la triste atarassia è una condizione veramente pesante da sopportare.

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