mercoledì 15 luglio 2020

Tu per me sei stato come acqua. Un'alluvione devastante, un'onda gigantesca, che ha travolto e distrutto tutto quello che ha trovato sul proprio cammino. Il desiderio che mi ha disintegrata da dentro.
Ma no, lo so che non è stata colpa tua. Non si può biasimare la pioggia quando scende o il fiume quando deborda dagli argini. E' la natura.
L'acqua può essere tante cose. E' placida in apparenza, si adatta al proprio contenitore ed è il presupposto per la vita. Senz'acqua, non c'è vita.
Ed è vero, tu mi hai restituito un soffio vitale che mi ha rianimata da un lungo letargo.
L'acqua, però, sa essere anche crudele.
Si lo so, te l'ho detto, non è colpa dell'acqua. E' che è proprio fatta così.
L'acqua non sceglie di devastare, accade e basta. E tu non hai scelto di spazzare via quelle parti di me che mi tenevano ancorata ad un terreno friabile, è successo e basta. I tronchi degli alberi, in apparenza così saldamente radicati sui pendii, sono stati strappati dalla madre terra con violenza, con un impatto impetuoso, irruento, inaspettato. Le rocce frantumate in mille pezzi e trascinate a valle insieme al fango e ai detriti dell'anima. E lì, sul quel pendio, non è rimasto quasi più niente, tranne che un silenzio assordante che continuava a riverberare su se stesso, tra quelle alture, all'infinito.
Questo sei stato tu per me.
La morte di una parte, per la vita di un'altra. Una vita per una vita. In fondo, mi sembra anche corretto.
Dopo il passaggio della furia dell'acqua però, a volte accade che si depositi sul terreno uno strato di materiale fertile. Ecco, forse è per questo che non riesco del tutto ad odiarti. Non posso. Perchè in fondo, il tuo humus si è posato su quei declivi come una calda coperta, che dopo la devastazione, protegge e fertilizza la terra.
La distruzione in verità è spesso il preludio per una nuova nascita.
In fondo, alla fine non sarà la morte di me.
In fondo, all'acqua si può sopravvivere. 

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