mercoledì 27 febbraio 2013

E' che più ho di te, più vorrei avere.
Più ti assaggio e più non riesco a smettere di mordere.
Più mi inebrio di te e più non riesco a respirare senza il tuo odore nell'aria.
Più mi stai vicino e più mi è difficile privarmi di te.

Stai diventando come una droga: so che distruggerà i residui della me stessa che ero, ma non m'importa nulla. Non m'importa, perché qualsiasi prezzo da pagare sarà sempre troppo basso se la ricompensa sarai tu. Mi logorerei fin'anche a morire per te. Persino l'annientamento saprebbe di dolce torpore, se fatto per te. Non m'importa di nient'altro che non sia cibarmi avidamente di quello che mi dai e respirare a grandi boccate l'ossigeno che mi offri e che ogni giorno, piano mi mette in salvo. In salvo da me stessa e in salvo dall'aridità di questo mondo, in cui i rapporti sono basati solo sulla convenienza e vengono pesati su bilance d'oro. A me, di tutto questo non importa, perché tu mi rendi viva. Sei un fiore che è cresciuto nel deserto, tra il caldo asfissiante dei giorni senz'acqua e i venti gelidi che di notte spazzano via la sabbia. Ma nonostante questo, tu hai resistito. Perché sei l'unico che, dopo di lei, abbia saputo ricominciare a far scorrere linfa nelle mie vene e questo, ora, dopo aver amato davvero, posso dirlo con cognizione di causa. Anzi, forse tu l'hai saputo fare persino meglio, perché tu non sei solo un'idea lontana, tu sei reale.


"Domani mattina avrò 
pezzi di te in mezzo ai denti
non c'è pericolo
ho una fame senza fine."

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