lunedì 8 novembre 2021

Ci sono giorni in cui vorresti solo sparire. Giorni in cui il silenzio fa troppo rumore ma è l'unica cosa che vorresti sentire. Ci sono giorni in cui la sola cosa più cara che abbiamo è la nostra solitudine. Giorni in cui l'amico più fidato diventa un libro o una canzone, che ascolti in loop perché è l'unica cosa che riesce a salvarti un po' lo spirito, a lenire le ferite. Ci sono giorni in cui si sta da schifo e basta. E non hai voglia di cucinare, che tanto ti viene tutto male anche se quella ricetta l'hai già rodata mille volte. In cui non ti va di lavarti, in cui fai fatica anche solo a spostare il braccio per scrollare la cenere delle mille sigarette che fumi per trovare un attimo di pace. 

Mi sento come un cane randagio sanguinante dopo una lotta, che va nel suo angolo a guaire e a leccarsi i segni dei morsi, da solo. 

Perché mi hai morso l'anima in questo modo? Perché hai lasciato che si infettasse? Mi hai attaccato la rabbia e di rabbia si può anche morire. Ma io non voglio che la mia anima muoia. Ci ho messo così tanto a guarirla, così tante volte. E adesso devo metterci ancora punti. Un'altra cicatrice, l'ennesima. E me l'hai inferta proprio tu, tu che invece dovevi essere quello che avrebbe dovuto custodirla la mia anima, prendertene cura. E me ne sono dovuta andare ancora una volta io. Sono sempre io quella che va via. Sono sempre io a fare la parte della cattiva. Solo che nessuno capisce quanto dolore si provi ad andare via da qualcuno a cui vuoi bene ma che ti sta ferendo a morte. Da qualcuno che dice di amarti ma che non può fare a meno di portarti nell'abisso nero della propria autodistruzione. Ancora una volta, dovevo scegliere se morire con qualcuno o andare via e continuare a vivere. Alla fine ho scelto di vivere. Scelgo sempre la vita, alla fine. Ma perché l'amore deve sempre fare il paio con la distruzione? Oppure semplicemente, non era amore? Io forse nemmeno l'ho ancora capito che significa, amare davvero qualcuno intendo. So solo che faccio fatica a lavare persino le lenzuola, perché il tuo odore è una delle poche cose buone che mi sono rimaste di te. Perciò adesso, non ti lascerò distruggere il resto del tuo flebile ricordo. Lo metterò in una scatola di legno, una di quelle belle scatole intarsiate con la serratura in ottone e lascerò lì il tuo ricordo sotto vuoto. I tuoi occhi malinconici, le tue carezze...si, le tue carezze delicate sul mio viso e gli abbracci che mi davi quando ci stringevamo stesi, prima di andare a dormire. Ecco, metterò tutto là dentro e nessuno lo potrà più toccare, nemmeno tu. 

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